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Ecco la Nikon D5200, una D3200 agli steroidi

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Come preannunciavamo ieri sui nostri canali sociali, oggi Nikon ha presentato l'attesa D5200. La terza fotocamera di questa serie, sostanzialmente allineata con la Canon 650D per fascia di mercato, eredita alcune delle caratteristiche più interessanti presenti nell'attuale offerta della casa giallo nera.

d5200

Il sensore DX (APS-C) da 24,1 megapixel è lo stesso presente nella D3200 ed ha già avuto modo di dimostrare le sue ottime capacità. Associato ad esso vi è però il modulo AF della più costosa D7000 (ed anche D600) con 39 punti, di cui nove a croce, ed un matrice di 2.016 pixel per la misurazione dell'esposizione (metering).

D5200_BK_LCD_4

Non poteva mancare il display articolato, un 3" da 921.000, che ha sempre caratterizzato questa fascia di fotocamere. Il corpo è sempre in plastica, leggermente più voluminoso rispetto la D3200, e mostra delle attenzioni maggiori anche per l'ergonomia con una sporgenza sul retro, in direzione del pollice. Interessante la velocità di scatto da 5fps ed anche il comparto video, con registrazione in FullHD fino a 50i/60i ed ingresso per microfono esterno (oltre all'audio stereo integrato). Anche sulla D5200 si potrà utilizzare l'adattore WU-1a per aggiungere le funzionalità wireless.

Particolare interesse sta destando anche la nuova interfaccia grafica avanzata, molto curata sotto il profilo estetico (sotto un'immagine di The Verge) e speriamo altrettanto valida anche all'atto pratico.

d5200

La D5200 sarà disponibile a dicembre ad un prezzo indicativo di circa 899€ per il solo corpo. Siamo dunque più in alto rispetto la Canon 650D ma bisogna anche dire che le caratteristiche tecniche sembrano sufficienti a giustificare questa differenza.


La Nikon D600 ha bisogno di un aspirapolvere

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La Nikon D600, la più piccola ed economica full frame della casa giallo nera, è stata tutto sommato ben accolta. Corpo leggero, sensore sony dalle pregevoli doti, buona costruzione ed ampio ventaglio di funzionalità, compreso un AF sufficientemente evoluto. A dispetto di una repentina disponibilità sul mercato, praticamente immediata a ridosso della presentazione ufficiale, i primi entusiasmi si sono prontamente raffreddati.

Non ne abbiamo parlato in prima istanza perché spesso, più di quanto si immagini, le maldicerie sui modelli più temuti dalla concorrenza, cavalcano indebitamente sulle spalle dei media, prima ancora che se ne abbiano dettagli certi e prove attendibili. Ancora oggi manca una presa di posizione ufficiale da parte di Nikon, seppure ormai, non vi siano più dubbi leciti riguardo la veridicità dei numerosi report apparsi in rete.

nikond600

Il sensore della D600 mostra una naturale tendenza a sporcarsi. A riempirsi di polvere anche quando non si effettui alcun cambio d'obiettivo. Una condizione assolutamente insolita e che si fatica a giustificare sul piano tecnico. Da dove arriverà tutto questo "sporco"?

nikond600

Nei soli mille scatti consecutivi di questa video prova, si è ottenuta l'immagine che vedete poco sopra, seppure, è bene chiarirlo, la porzione di sinistra sia volutamente accentuata tramite l'intervento sulle curve. La problematica in questione è stata rilevata da tutte le testate di settore ed ognuna propone la propria teoria, da infiltrazioni sul corpo macchina a polvere già sita al suo interno, sollevata dai movimenti dello specchio e dalle vibrazioni dell'otturatore. Nell'incertezza del momento riportiamo comunque l'informazione in quanto il difetto affligge tutte le unità prodotte e ì richiederà, quasi certamente, un intervento tecnico. Lo stesso però, potrebbe anche essere particolarmente banale, come la striscia di nastro isolante nero che Canon, pochi mesi fa, ha installato all'interno del display superiore delle Canon 5D Mark III, per evitare che le luce passante falsasse le valutazioni dell'esposimetro.

Video: Nikon e la produzione di lenti fotografiche

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Non sono certamente l'unico ad essere affascinato da trasmissioni televisive come How It's Made, dove vengono spiegati i processi produttivi per la creazione dei prodotti che tutti i giorni usiamo. Essendo anche fotografo, amo ancor quelli che illustrano i dettagli della costruzione di lenti per obiettivi fotografici. Fino a poco tempo fa uno dei pochissimi video del genere era realizzato da Leica ma, finalmente, anche Nikon ci propone un paio di straordinari sguardi, più artici che tecnici, sul proprio processo produttivo.

Buona visione.

Il Nikon 70-200 f/4G VR sfoggia prestazioni sfavillanti

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Con un notevole ritardo rispetto la storica rivale Canon, a fine del 2012 Nikon ha presentato il suo teleobiettivo zoom ad apertura costante f/4. Decisamente più leggero ed economico del fratello maggiore 70-200 f/2.8 VR, il nuovo obiettivo è andato a coprire un segmento che da troppo tempo la casa gialla nera manteneva sguarnito. Proprio quel segmento, popolato da amatori evoluti o professionisti oculati, che oggi risplende grazie alle nuove full frame "entry level". Il 70-200 f/4G è infatti il compagno perfetto per la Nikon D600 ma non solo.

Il recentissimo test di DxOMark ci mostra che l'obiettivo ha delle potenziali incredibili e che per molti aspetti riesce a superare persino il suo fratello maggiore. Non è altrettanto luminoso ma la sua nitidezza è superlativa, tanto da sfidarsi testa a testa con lo zoom tele più riuscito degli ultimi decenni: il Canon EF 70-200 f/2.8L IS II USM.

nikkor-70-200-f4

Nikon sta facendo un lavoro egregio negli ultimi anni e questo 70-200 f/4 VR ne è ulteriore conferma: il rapporto qualità prezzo lo rende semplicemente unico.

Nikon-AF-S-Nikkor-70-200mm-f4G-ED-VR-lens-DxOMark-tst-score-2_580-0

Il 2013 dei big della fotografia: Nikon vende parti di ricambio al pubblico e Canon apre gli Experience Store

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Esattamente un anno fa Nikon USA annunciò che non avrebbe più venduto parti delle sue fotocamere a centri di riparazione indipendenti, consegnando tutto il mercato ai soli centri autorizzati. Questa manovra è stata in larga parte rivista negli ultimi giorni dal momento che è stato annunciato, e reso immediatamente disponibile, il nuovo Nikon Parts Store. Il canale di vendita è aperto a tutti e diretto ai consumatori i quali potranno acquistare da soli le parti ricambio per la propria attrezzatura. Ovviamente la scelta è limitata ad alcune parti sostituibili con una certa facilità, non pensate di poter comprare il sensore della D800 per i vostri esperimenti casalinghi!

nikonpartsstore

Dall'altro lato, Canon, sta introducendo un nuovo modo di rapportarsi con i propri clienti, questa volta in netto contrasto con la scelta web di Nikon. Il Canon Experience Store di Calgary (Canada) sarà il primo prototipo per un negozio Canon sulle orme di Apple e Leica, secondo i più recenti rumor sarà annunciato la prossima settimana. Dalle prime informazioni, non confermate, dovrebbe ricalcare le linee semplici degli store della mela e offrire un'area di prova e di formazione oltre che una esperienza visiva grazie all'uso di LED e schermi LCD.

Ovviamente il Nikon Parts Store e il Canon Experience Store non sono direttamente paragonabili avendo finalità diverse ma entrambi simboleggiano una certa maturità del settore che si sta muovendo da un'innovazione prettamente di prodotto ad una di servizio, di "esperienza". Se Nikon seguirà la sua storica rivale o si concentrerà su altro dipenderà, probabilmente, dalla riuscita del progetto Canon. Si tratta di un'operazione importante ma che potrebbe portare molto prestigio al marchio banco/rosso. Mi piace pensare ad un luogo di incontro per fotografi, non solo un negozio commerciale, un'area per presentare i nuovi prodotti direttamente alla clientela e per radicare sempre di più una comunità che orbita intorno al Brand.

Nikkor 18-35 Full-Frame: Nikon si è dimenticata del DX?

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Nikon presenterà una nuova lente full-frame in Giappone al CP+ che inizierà il 31 Gennaio. Si tratta di un 18–35mm f/3.5–4.5G ED e andrà a sostituire il 18-35mm f/3.5-4.5D ED-IF che vedete qui sotto.

nikon_18-35

Le uniche caratteristiche di cui NikonRumors si considera sicuro sono:

  • diametro filtri 77mm
  • peso inferiore a 400gr
  • schema di 12 elementi in 8 gruppi

Personalmente sono molto sorpreso da questa lente, ad essere sincero avevo anche snobbato del tutto la versione "D" con questa escursione focale e diaframma. Dovrà essere una lente decisamente più leggera e compatta del 16-35 f/4 VR che offre in "soli" 680gr una maggiore escursione focale, un diaframma fisso e la riduzione delle vibrazioni (VR) in un corpo in plastica ma tropicalizzato. Considerando poi la destinazione, cioè corpi full-frame con motore interno, non capisco cosa porterebbe un fotografo a scegliere la nuova versione "G" rispetto a quella "D" che molto probabilmente sarà venduta fino ad esaurimento scorte ad un prezzo minore e poi sarà reperibile nell'usato. Le uniche leve disponibili saranno il prezzo e la nitidezza, per farci un'idea sappiamo che il 18-35mm f/3.5-4.5D è venduto su un noto rivenditore on-line americano a $609 mentre il 16-35mm f/4 a circa $1200. Queste cifre fanno ben sperare, se come street price sarà posizionato a circa metà del prezzo del 16-35 potrebbe essere un ottimo obiettivo leggero ed economico per i paesaggisti "d'avventura" non troppo esigenti.

Questo rumor mi fa anche pensare alla strategia che intende adottare Nikon per quanto riguarda le sue fotocamere DX, questo dovrebbe essere l'anno del "riscatto" per l'aps-c semi-pro e i relativi obiettivi, infatti il CP+ doveva essere il teatro per presentare alcune novità in questo campo. Ovviamente c'è ancora spazio per presentare obiettivi e magari un nuovo corpo DX, ma la possibilità che nikon stia lentamente abbandonando il settore DX pro e semi-pro ci è entrata già in testa fin dal mancato rinnovo della D300s e dalla presentazione di una full-frame "economica".

Recensione: Nikon D3200, piccola ma senza rinunce è la DSLR entry-level giallo nera

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Dopo l'ottimo lavoro svolto sulla D3100, da noi considerata come la migliore entry-level del 2011, Nikon ha continuato a migliorare il proprio modello di ingresso ed anche la successiva D3200 si è guadagnata la nostra considerazione, vincendo il podio di SaggiaScelta 2012 per il segmento reflex APS-C entry-level.

nikon-d3200-vista-lato

Caratteristiche principali

Si fa subito notare il nuovo sensore CMOS di manifattura Sony, capace di memorizzare ben 24 megapixel con una scala di sensibilità che si estende da 100ISO a 6400ISO (12,800 in modalità Hi-1). Migliora un po' tutto al cuore della D3200, compreso il processore Expeed 3, la risoluzione del display (da 230.000 a 921.000 punti), la raffica (da 3fps a 4fps) e le possibilità di registrazione video (guadagnando i 25p oltre ai precedenti 24p).

nikon-d3200-vista-laterale

Corpo ed ergonomia

Strutturalmente Nikon è stata molto più più conservativa e le modifiche rispetto la D3100 si possono riassumere in un paio di tasti aggiuntivi ed un design leggermente più curato e moderno. Le dimensioni rimangono molto compatte ed il corpo in policarbonato è leggero: meno di 500gr per il solo corpo, compreso di batteria. Pur se realizzata con plastiche economiche, si apprezza la sensazione di qualità dovuta essenzialmente ad una costruzione precisa e senza incertezze. Al contrario l'obiettivo del kit, il classico 18-55 VR, appare piuttosto povero e presenta qualche scricchiolio. La presa è stabile, anche con una mano sola, con un punto d'appoggio scavato per il pollice ed una sagomatura frontale, proprio sotto il baffo Nikon. Con mani medio-grandi il mignolo finisce inevitabilmente giù, anche se per pochi millimetri, il pollice può premere inavvertitamente il tasto destro del pad direzionale e, più in generale, la punta delle dita preme contro il corpo. Insomma un uomo "taglia media" la può usare comunque, ma ci deve fare un po' l'abitudine: la Nikon D3200 è perfetta per le donne e per chiunque abbia mani tendenzialmente piccole.

nikon-d3200-impugnatura

Mirino e Display

Il pentaspecchio non appare modificato, la dimensione è sempre in linea con la categoria di appartenenza e la copertura al 95% del fotogramma. Difficilmente la porzione d'immagine in più che si cattura rispetto a ciò che si vede rappresenta un problema, ma si può sempre "tagliare" successivamente.

nikon-d3200-copertura

Il display LCD mantiene la medesima diagonale di 3" ma la risoluzione sale notevolmente, passando da 230 mila punti a 921 mila. In pratica la D3200 eredita lo schermo dei modelli di più alta gamma e, grazie al sensore di luminosità, si adatta automaticamente all'ambiente in cui si lavora. Si è dimostrato efficace in quasi tutte le circostante anche se piuttosto incline ai riflessi e con un angolo di visuale ristretto prima di penalizzare un po' la piena leggibilità. Sono precisazioni che è opportuno fare dal momento che il pubblico è sempre più esigente, ma rispetto la classe di prodotto sia il mirino che il display appaiono ampiamente sufficienti, superiori alla concorrenza ed assolutamente in grado di svolgere il loro dovere.

nikon-d3200-display

Menu, impostazione e controllo

La Nikon D3200 può essere usata in manuale, ma la strada che la casa giallo nera le ha tracciato passa per il modo Guida. A differenza del classico "Auto", comunque presente, questo fornisce all'utente la possibilità di decidere, in modo davvero semplice, il tipo di fotografia che vuole ottenere. Attraverso un paio di schermate si sceglie la scena di riferimento, coadiuvati da illustrazioni e testo, e si è pronti a scattare. Il modo Guida comprende anche un menu "Impostazione" particolarmente semplificato e graficamente "sfizioso": ci sono pochi settaggi, giusto quelli più importanti, così da non confondere le idee al fotografo in erba.

nikon-d3200-ghiera-modi

I controlli manuali, però, ci sono tutti e per questo la D3200 soddisferà anche gli utenti più navigati. La ghiera dei modi comprende i classici PASM, nonché Guida, Auto e sette scene. Sceglierle da qui o dal modo guida è indifferente, seppure in quello ve ne siano di aggiuntive, come "volti addormentati" che riduce al minimo i rumori. Il pulsante di scatto è in posizione comoda ed è circondato dal selettore di accensione. Sempre a portata di indice si trovano il tasto "info" che attiva la vista della schermata sul display, il tasto compensazione di esposizione e quello per la registrazione video.

nikon-d3200-modo-guida-lato

Sul retro troviamo l'unica ghiera dei parametri, che va usata insieme al tasto di compensazione esposizione per modificare l'apertura nel modo M, ed alla sua sinistra il blocco AE/AF. Poco più in basso si trova il pulsante che attiva la modalità LiveView e poi il pad direzionale a quattro vie con tasto OK al centro. Questo non serve come scorciatoia per altre funzioni, ma abilita semplicemente il movimento del punto di messa a fuoco (quando non impostato su AF Auto). Facendo un confronto con la disposizione dei comandi della D3100, l'intervento più evidente riguarda l'abbandono del precedente selettore LiveView, che includeva anche il pulsante di registrazione video al centro, in favore dei due tasti separati LV e Rec. È sparito però anche il comodo commutatore fisico dei modi di scatto (si trovava in cima, a destra della ghiera dei modi) sostituito da un semplice pulsante sotto il pad direzionale.

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Invariati i tasti in verticale, a sinistra del display, il cui ultimo è molto importante in quanto abilita la modifica di tutti i parametri presenti nel riepilogo sullo schermo: qualità immagine, bilanciamento del bianco, ISO, modo avanzamento, modo AF, tipo AF, metering, compensazione esposizione e flash. Il tasto Fn, posto lateralmente, di base modifica la sensibilità ma può anche essere personalizzato dall'utente. Ben fatto il pulsante del flash che oltre a sbloccare il lampeggiatore può essere adoperato insieme alla ghiera per modificarne il comportamento (seconda tendina, occhi rossi, ecc..). Premendo anche il pulsante di compensazione ed agendo sulla ghiera si può incrementare o ridurre la potenza del lampo. È un'unità con numero guida 12 che si comporta mediamente bene ma non possiede, ovviamente, la possibilità di controllare flash esterni via wireless, funzionalità presente solo nei corpi più costosi.

nikon-d3200-flash

Due suggerimenti:

  • disattivate lo scroll animato tra le foto in modalità riproduzione: rallenta troppo e senza apportare nulla di positivo nell'esperienza d'uso
  • attivate la vista riepilogo nelle opzioni di riproduzione, altrimenti non vedrete nessun dettaglio utile sulle foto appena catturate: la vista base comprende solo data, nome e dimensione

Messa a fuoco ed avanzamento

Per la messa a fuoco a rilevamento di fase ci si basa su 11 punti ben spaziati il cui centrale è a croce, per una maggiore sensibilità. La Nikon D3200 non possiede un motore AF interno, per cui la resa in termini di velocità e silenziosità dipende in modo particolare dagli obiettivi che si utilizzeranno. Se si sceglie il 18-55VR del kit si viaggia sulla sufficienza, come da prassi per entry-level e mid-range. Utilizzando il mirino (non il Live View) l'area può essere impostat su: spot centrale, spot flessibile, Tracking 3D e Auto.

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Abbiamo trovato molto valido lo spot centrale, davvero preciso anche in condizioni di bassa luce. Il punto è rapidissimo da spostare con il pad direzionale (alle volte accidentalmente), ma anche in Auto si sopperisce abbastanza bene alle più comuni esigenze. Il tracking 3D c'è, e in linea di massima funziona anche. Non è precisissimo dal momento che si basa su una rosa di soli 11 punti, ma è pur sempre un corpo entry-level, difficilmente le si potrebbe chiedere di più! C'è anche un illuminatore ausiliario che aiuta in caso di bassa luce, cosa che non troviamo nelle concorrenti. Nelle Canon, ad esempio, si solleva il flash ed emette dei rapidi e fastidiosi lampi ravvicinati per sopperire a questa mancanza.

nikon-d3200-fronte-af

In Live View si passa alla messa a fuoco per contrasto, la quale possiede alcuni settaggi per dare priorità ai volti o per il tracking dei soggetti, ma l'AF-F permanente, quello che dovrebbe servire per trasformare la D3200 in qualcosa di simile ad una videocamera, continua ad essere una profonda delusione. È lento e certamente non preciso, inoltre con l'obiettivo in kit è anche rumoroso. Ecco un rapido esempio:

Per quanto riguarda lo scatto in sequenza i 4fps dichiarati sono rispettati al 100% e in tutte le modalità, quello che varia è il buffer. Si passa dai 10 fotogrammi continui in RAW+JPG ai 15 in RAW, mentre in JPG la raffica va quasi all'infinito con una Secure Digital rapida (UHS-1). Ottime possibilità anche per l'autoscatto, impostabile su 2, 5 o 10 secondi, disattivabile automaticamente dopo un certo numero di esposizioni e controllabile con il telecomando (acquistabile separatamente).

dxomark

Qualità d'immagine

24 megapixel sono tanti per un sensore APS-C? Potrebbe sembrare, ma già la Sony NEX 7 (recensione) ha dimostrato che si tratta di una strada percorribile. Siamo nel segmento dove i numeri contano, anche per il marketing, e la scelta di Nikon potrebbe essere assolutamente centrata. DxOMark conferma le sue buone doti, assegnandogli un punteggio complessivo di 81, ben maggiore del 67 ottenuto dalla D3100. L'attuale equivalente di casa Canon, la 1100D, si ferma solo a 62, ma va detto che i sensori della storica rivale di Nikon non vengono quasi mai premiati dai test di DxO.

test-dettaglio

L'obiettivo del kit si dimostra incapace di sfruttare pienamente le potenzialità dell'ottimo sensore della D3200 e spesso le immagini appaiono un po' "soft" viste al 100%. Va molto meglio con obiettivi di classe superiore e questo conferma il trend degli ultimi anni che vede sensori sempre più performanti ed economici dietro ad ottiche che migliorano, ma più lentamente, e senza mai scendere veramente di prezzo.

Le immagini presentano colori vividi ma naturali e la gamma dinamica è particolarmente estesa per una fotocamera entry-level. Scattando in JPG ed attivando l'Active D-Lighting, si riescono ad ottenere risultati ancora migliori in controluce, recuperando le aree d'ombra. La funzione, già nota e presente su tutte le fotocamere Nikon, non fa miracoli ma la differenza si vede in alcune circostanze. Ad esempio nell'angolo in basso a sinistra di questa foto:

active-d-lighting

A proposito di JPG, non sono proprio da consigliare sopra gli 800 ISO. Oltre a perdere dettaglio non presentano neanche una riduzione rumore efficace, tant'è che il RAW convertito su Apple Aperture senza alcun intervento manuale, non solo contiene più informazioni ma evidenzia molto meno rumore cromatico. Insomma, gli algoritmi di sviluppo on-camera non reggono il confronto con le applicazioni per computer, per cui il RAW diventa altamente consigliato.

test-iso1600

Per quanto riguarda la resa ad alti ISO, ormai anche le entry-level offrono risultati inarrivabili pochissimi anni fa dalle top di gamma. Nel nostro solito test in studio a circa 5000 lux, prendendo in considerazione i RAW sviluppati da Aperture senza alcuna modifica, abbiamo riscontrato che: i 100 e 200 ISO sono praticamente esenti da rumore digitale; a 400 ISO solo un occhio allenato può notare una leggerissima grana al 100%; salendo ad 800 ISO le immagini sono ancora abbastanza pulite; i 1600 ISO presentano del rumore ed iniziano a perdere qualità le aree in ombra e un po' di dettaglio, ma in stampa A4 ci hanno soddisfatto; 3200 ISO sono una soglia che si può raggiunge senza troppi scrupoli, specie se si applica un minimo di riduzione rumore in fase di sviluppo; a 6400 ISO il rumore c'è, è inevitabile, ma le immagini conservano ancora molti dettagli; la modalità Hi-1 (12800 ISO) è un'ancora di salvezza per casi estremi, genera immagini piatte e con rumore evidente, da usare solo se obbligati o se la foto andrà pubblicata su internet e non stampata a piena risoluzione.

Registrazione video

Iniziamo con una cosa un po' strana: impostando nel menu di preferenze filmati la modalità manuale su ON, non si riesce più a modificare l'apertura in Live View. Abbiamo provato più volte senza trovare una soluzione e ci viene da pensare che siano stati invertiti gli effetti di ON ed OFF. Superato questo primo scoglio abbiamo provato ad utilizzare un monitor esterno via HDMI ed a collegare un microfono esterno, tutto con buona soddisfazione. Per essere un'entry-level la qualità è davvero valida e i file MOV a 1080p ora possono essere registrati sia a 24fps che con un più versatile 25fps. Un aspetto negativo è che l'anteprima Live View non mostra gli effetti sulla profondità di campo della modifica del diaframma, per cui la MAF manuale diventa un po' "rischiosa" senza poter prevedere il risultato e sull'AF automatico abbiamo già evidenziato importanti limiti, comuni alla maggior parte delle DSLR. Ad oggi le mirrorless offrono un miglior connubio foto/video rimanendo intorno ai 500€ di spesa.

nikon-d3200-collegamenti

Collegamenti, Batteria, Memoria

Sul lato sinistro troviamo uno sportellino gommato che copre tutti i vari collegamenti. C'è il già citato ingresso da 3,5" per il microfono – una rarità sulle DSLR entry-level – una porta USB, l'uscita HDMI e la porta per il controllo remoto o per l'accessorio opzionale WU-1a che aggiunge le funzioni Wi-Fi alla Nikon D3200. Il vano batteria è in basso, la EN-EL14 è piuttosto piccola ma davvero efficiente con 540 scatti di autonomia secondo lo standard CIPA. Con un utilizzo sul campo siamo arrivati poco sotto i 500, ma il risultato è sempre molto positivo.

nikon-d3200-memoria

Molto pratico lo sportellino per la SD sulla destra, separato dal vano batteria. Sono accorgimenti che non si trovano facilmente sulle DSLR di ingresso e ci fa piacere che Nikon mantenga alta l'attenzione per la qualità anche in questi che possono sembrare "dettagli". Sono supportate tutte le memorie recenti, comprese le secure digital UHS-1 (ideali per coadiuvare il buffer nello scatto continuo).

voto 4Conclusioni / Costi

Andando a guardare altre entry-level, in particolare la diretta concorrente Canon 1100D, ci si accorge che Nikon ha posizionato il suo punto di ingresso per le DSLR un po' più in alto (circa 520€ con obiettivo). Questo influenza l'aspetto economico, ma non soltanto, perché anche le caratteristiche tecniche e l'attenzione alla qualità salgono di pari passo. Con la priorità sul budget e volendo una reflex "vecchia scola", allora ci sentiamo di consigliare la 1100D (che si trova a 350€), ma se si guarda ai contenuti la Nikon D3200 è di un'altra pasta. Tutto sommato è la reginetta delle entry-level con la sua buona costruzione, buona qualità d'immagine, buona resa ad alti ISO, buone funzionalità, buon display, mirino, ecc.. insomma, la parola d'ordine è buono ed il voto lo rispecchia: 4 stelle.

PRO
+ Costruzione leggera ma curata e ben assemblata
+ Dimensioni compatte ma ergonomia curata: meglio con mani medio-piccole
+ Buona risoluzione, ma richiede obiettivi validi per sfruttarla
+ Buona la resa ad alti ISO usando i RAW
+ Gamma dinamica abbastanza ampia
+ Utili funzioni del "modo Guida" per chi inizia
+ Molti tasti e controlli manuali per una entry-level
+ Buona velocità nello scatto a raffica 4fps reali con buffer accettabile
+ AF per rilevamento di fase dalle buone prestazioni in relazione alla fascia di prezzo
+ Ricca dotazione di collegamenti
+ Slot dedicato alla memoria

CONTRO
- AF per contrasto in Live View lento, AF-F permanente inutile
- Obiettivo del kit ormai indietro rispetto le possibilità dei moderni sensori
- Output in JPG penalizza un po' la resa reale ad alti ISO (meglio usare il RAW)
- Prezzo più elevato rispetto altre entry-level

DA CONSIDERARE
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Si posiziona un po' sopra le normali entry-level per prezzo e qualità

Nikon Coolpix: 6 novità dalla compatta alla bridge da 1000mm

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Giornata di novità per Nikon che presenta rinnovamenti per molte linee di compatte e due nuovi obiettivi. Ci sono nuovi modelli per la famiglia (S31),  Con questo primo articolo passeremo in rapida rassegna le sei nuove Coolpix.

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AW110 resistente agli urti fino a due metri, impermeabile fino a 18 metri e dotata di WiFi e GPS. Il sensore è CMOS retroilluminato da 1/2,3" e 16 megapixel, l'ottica zoom stabilizzata equivale al 28-140mm e il display è un buon OLED da 3" e 614.000 punti. Disponibile in quattro colorazioni dovrebbe essere sul mercato da febbraio con prezzo compreso tra 300€ e 350€.

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S31 è la nuova versione di fotocamera per tutta la famiglia. Resistente all'acqua fino a 5 metri di profondità ed alle cadute fino a 1,2 metri, si propone con un corpo robusto e semplice da usare. Ha un sensore CCD da 10 megapixel, uno schermo LCD da 2,7" e un'obiettivo zoom equivalente ad 29-87mm. Anche il software è rivisto per risultare più chiaro a chiunque ed il prezzo proposto dovrebbe essere di poco superiore ai 100€.

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L27 è una semplice punta-e-scatta, con obiettivo 26-130mm, sensore da 16 megapixel, display LCD da 2,7" ed una serie evoluta di automatismi per migliorare la qualità delle fotografie in base alla condizioni di scatto. Tra le opzioni il timer sorriso, il ritratto intelligente, effetto pelle soft, ecc.. Si alimenta con semplici batterie AA, per non rimanere mai a secco fuori casa, è disponibile in cinque colorazioni e ad un prezzo indicativo di circa 150€.

nikon-s9500

S9500 si sale di categoria con questo interessante prodotto che dispone di uno zoom ottico 22x (con vetro ED) in un corpo da compatta. Copre da 25 a 550mm, il tutto con stabilizzazione ed un sensore CMOS retroilluminato da 18 megapixel. Il display è un OLED da 3", la registrazione video FullHD e non mancano Wi-Fi e GPS. Insomma una compatta di tutto punto che sarà venduta a 350€ circa.

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L820 è la sigla della nuova bridge tutto fare di casa Nikon, con zoom 30x (22.5-675mm), sensore BSI CMOS da 16 megapixel, video FullHD e display da 3" LCD e controlli manuali. Look da DSLR, con zoom particolarmente esteso e Wi-Fi integrato sono le caratteristiche di riferimento della L820, venduta ad un prezzo inferiore ai 300€.

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P520 la futura top di gamma per le bridge, si distingue per un mirino elettronico ed un display articolato da ben 3,2". Anche lo zoom sale e raggiunge i 41.7× con una impressionante copertura da 24 a 1000 mm, ovviamente con stabilizzazione ottica. Ricchissima di funzioni aggiuntive come i modi macro, panorama 3D, hdr automatico, ecc... dispone di controlli manuali, sensore da 18 megapixel, registrazione video FullHD fino a 60i con audio stereo (o 120p in modalità ridotte), messa a fuoco rapida su 99 punti ed inseguimento dei soggetti. Anche sulla P520 c'è il Wi-Fi e dispone anche di GPS integrato per la geolocalizzazione delle foto. Per questo gioiellino tecnologico, seppur basato sui classici sensori da 1/2,3", il prezzo sale a circa 450€.


Nuovi obiettivi Nikon FX, uno zoom grandangolare economico ed un super tele da 800mm

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Continuiamo la disamina delle novità Nikon presentate oggi, passando su prodotti a noi molto più cari rispetto le compatte: gli obiettivi. Sono due e sono estremamente diversi per categoria e fascia di prezzo.

AF-S Nikkor 18-35mm F3.5-4.5G ED

Il primo è uno zoom grandangolare "economico" ma dall'escursione molto interessante. La sigla completa è AF-S Nikkor 18-35mm F3.5-4.5G ED e contiene molte informazioni utili a comprenderne le caratteristiche. Intanto è una lente per Full Frame, come lo sono quelle senza la sigla DX, e la sua focale è molto interessante perché copre dall'ultra grandangolo da 18mm fino ad un grandangolo più "normale" di 35mm. Non è certo un mostro di luminosità con il diaframma f/3,5-4,5, ma rispetto le focali rimane un prodotto interessante. Va a posizionarsi sotto il 16-35 f/4 VR in quanto a caratteristiche ed anche il prezzo dovrebbe rispecchiarlo. Il prodotto è già in preordine sui classici Adorama e B&H Photo per circa $750. È un obiettivo perfetto per essere accoppiato alla D600, full frame economica di casa Nikon.

AFS_18_35_ED_1

Sempre con un occhio alle sigle, vediamo la presenza del motore AF ad ultrasuoni e delle lenti a bassa dispersione (2) affiancate a tre elementi asferici. Nello schema ottico 12 elementi in due gruppi, mentre il diaframma è composto da 7 lamelle arrotondate. I grafici MTF mostrano performance valide, più o meno in linea con quelle del 24-85 f/3.5-4.5G ED VR lanciato insieme alla D600.

800mm

Come rimanere impassibili di fronte al nuovo AF-S 800mm F5.6E FL ED VR?

Il super teleobiettivo da 800mm su Full Frame (FX) e 1200mm su APS-C (DX), sfoggia uno stile da vero bazooka della fotografia. Nello schema ottico due lenti ED e due alla fluorite (con elevato indice di rifrazione) per limitare al minimo l'aberrazione cromatica e massimizzare il rendimento. I grafici MTF sono impressionanti, sia con l'obiettivo "liscio" che con il teleconverter TC800-1.25E ED specificatamente pensato per lui ed incluso nella dotazione di serie.

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Il sistema di stabilizzazione VR è quello di ultimissima generazione, capace di recuperare, secondo la casa, fino a 4 stop. Si tratta di un obiettivo super-specialistico ed il prezzo di $17,899 non lascia dubbi.

Recensione: Nikon D600, la Full Frame che vuole conquistare tutti

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Si può dire molto a favore del formato APS-C come di quello Micro Quattro Terzi ma una Full Frame è pur sempre una Full Frame. Il sensore che equipara le dimensioni della pellicola 24×36 ci riporta finalmente a considerare un 50mm per come deve essere su una reflex: un normale. Oltre a ripristinare i canonici rapporti tra lunghezza focale, angolo e profondità di campo, un sensore più grande comporta importanti vantaggi nella resa fotografica e, nel digitale, ci siamo abituati ad associarlo anche alla presenza di altre caratteristiche "premium". Con la pellicola tutte le SLR erano "Full Frame" e si differenziavano i modelli destinati alle diverse fasce di prezzo tramite corpo, esposimetro, motore AF, mirino e funzioni. Nell'era del digitale l'elevato costo di produzione dei sensori ha collocato naturalmente le fotocamere equivalenti al 35mm nella parte più alta della gamma ed è per questo che, di norma, vi si associano anche i corpi e le specifiche tecniche migliori.

dimensione sensori

Per le reflex digitali entry-level e mid-range (diciamo fino alla soglia dei 1000€) il sensore APS-C è lo standard ma tra queste e le full frame vi è un ampio ponte occupato dalle varie Canon EOS 7D, Sony A77 e Nikon D300s (quest'ultima piuttosto anziana), ovvero fotocamere con aspetto, dimensioni e funzioni simili alle professionali  (5D, A99, D800) ma con sensore APS-C. Questa zona del mercato è stata tra le più gettonate, sia tra gli appassionati che tra i professionisti, ma negli ultimi anni i produttori l'hanno completamente abbandonata per impegnarsi su modelli posti agli estremi della gamma: entry-level per alimentare l'area consumer e full frame per definire nuovi standard qualitativi di riferimento. Quando le indiscrezioni hanno iniziato a menzionare la possibilità di imminenti "full frame economiche" si è immediatamente pensato che queste andassero a sostituire proprio le APS-C semi-pro, specie considerando i prezzi cui si accennava ($1500). Purtroppo sia la 6D di Canon che la D600 Nikon si sono posizionate circa $500 al di sopra di quelle stime, per cui il vuoto tra le APS-C mid-range e queste nuove full frame continua ad essere molto sostenuto ed è auspicabile che nel 2013 si riprenda a lavorare sull'aggiornamento di 7D, A77 e D300s (ma al momento si parla di una imminente D7100). In tutti i casi si tratta di un passo molto importante quello dell'estensione della gamma full frame verso il basso, perché se anche i prezzi attuali continuano ad essere elevati, si stanno ponendo le basi per allargare la produzione, la distribuzione e la domanda di sensori digitali 24x36mm. Magari un giorno si ottimizzeranno i costi a tal punto che li vedremo anche nelle DSLR da $1000 e il fatto che sia Nikon che Canon si stiano dando un gran da fare per realizzare obiettivi full frame di classe economica potrebbe avvalorare questa ipotesi sul medio-lungo termine.

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Caratteristiche principali

La Nikon D600 è una DSLR di classe FX con sensore CMOS da 24.3 megapixel e sensibilità da 100 a 6400 ISO, espandibili a 50-25600 nelle modalità Lo/Hi. Non vi è una dichiarazione ufficiale in merito ma è fuor di dubbio che la manifattura sia di Sony, dato che i numeri coincidono con quelli delle recenti SLT-A99 ed RX1. La risoluzione è molto elevata ed è seconda solo a quella della D800 che continua a guardare tutte le altre DSLR dal Monte Olimpo dei suoi 36 megapixel. Le caratteristiche tecniche sono state sapientemente bilanciate, attingendo a piene mani dalle ottime esperienze sui corpi più recenti, in particolare la DX D7000 e la FX D800. Rispetto la sorella maggiore si riduce di 1/3 la risoluzione ed aumenta la raffica, da 4fps a 5,5fps. L'otturatore è garantito per 150.000 scatti contro i 200.000 della D800 e per le memorie i due slot sono entrambi per SD e non SD+CF. Quest'ultima caratteristica è ereditata dalla D7000 da cui la D600 prende anche l'esposimetro da 2.016 pixel ed il sistema autofocus a 39 punti di cui 9 a croce. Si tratta di un modulo pensato per lavorare su DX – quindi APS-C – e su Full Frame copre un'area un po' più ristretta ma le sue prestazioni, lo vedremo, rimangono valide.

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Corpo ed ergonomia

Il passaggio dalla D700 alla D800 è stato caratterizzato da una riduzione di peso ma questa volta Nikon è andata oltre ed ha ristretto anche il corpo. L'impressione diffusa è che sia molto simile a quello della APS-C D7000 – molti dettagli la richiamano in modo evidente – ma l'ergonomia ed il feeling sono di classe superiore, fortunatamente. Nell'immagine superiore ho affiancato i tre modelli citati con le giuste proporzioni e si può facilmente notare che la D600 ha una struttura di controlli mista, con soluzioni simil-D800 ed altre simil-D7000. In particolare spicca la torretta dei modi, per la prima volta presente in una full frame di casa Nikon con tanto di metodo di scatto completamente automatico e le scene. Per quanto riguarda le dimensioni ci troviamo in una terra di mezzo, posizionati più o meno metà tra le due sorelle. È vero che il retro della D600 sembra lo stesso della D7000 (tranne il gruppo controlli a destra del display, identico alla D800) ma gran parte della similitudine è dovuta all'aspetto esteriore del mirino. Guardando con più attenzione si nota che c'è molto più spazio per il pollice e che anche l'impugnatura frontale riprende la dimensione ed il profilo sporgente di quella della sorella maggiore a cui l'ergonomia si avvicina molto.

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Il pannello posteriore e quello superiore sono in lega di magnesio e il corpo è costruito in modo impeccabile, restituendo un'ottima sensazione di solidità. È più leggera di 50 gr. rispetto la D800 ma è tropicalizzata con i medesimi accorgimenti e la stessa efficacia. Complessivamente la D600 cade bene in mano e si distingue ad occhi chiusi dalla D7000 di cui è anche 70 gr più pesante. È comunque iniziato un nuovo corso per le reflex FX di casa Nikon e lo abbiamo già visto con il passaggio dalla monolitica D700 alla più "morbida" D800 (recensione e confronto). I nuovi corpi, D4 inclusa, sono più sinuosi e leggeri a tutto vantaggio dell'ergonomia. Con la D600 si è andati ancora più in là e quasi si stenta a credere che dentro ci sia un sensore a pieno formato. Il risultato può piacere o meno, consiglio di provarla di persona se possibile, ma a livello di impugnatura è abbastanza comoda e con l'obiettivo 24-85 VR del kit si usa facilmente anche con una sola mano. Montando la triade di f/2.8 il baricentro si sposta verso la lente ma non molto di più di quanto non avvenga già con la D800 (dopotutto ci sono solo 50 gr. di differenza).

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Display e mirino

Il display posteriore è lo stesso 3,2" da 921.000 presente su D800 e D4 ed esattamente come quelli presenta una leggera dominante giallo/verde. Ho approfondito l'argomento nella precedente recensione ricordando che, in sintesi, nessuno schermo presente su DSLR analoghe offre un corrispondenza cromatica davvero valida. Gli o,2" in più rispetto i tradizionali 3" comportano un allungamento di 5 mm della diagonale, non saranno tantissimi ma si notano e grazie al rapporto da 3:2 le foto ed i video sono più godibili. La luminosità può essere impostata su AUTO per adattarsi dinamicamente alla condizioni ambientali e il pannello LCD/TFT usufruisce degli ormai canonici espedienti per ridurre i riflessi, tuttavia la classica prova di giorno con il sole alto e forte evidenzia qualche problema di leggibilità. In queste circostanze ho trovato un netto miglioramento impostando manualmente il parametro "luminosità del monitor" nel menu impostazioni su +5 e togliendo – temporaneamente – l'utile protezione di plastica che Nikon include, come da tradizione, nella confezione.

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In cima si trova il display supplementare con i dati di scatto, sempre di grande utilità per la modifica e la visualizzazione rapida dei parametri. Ricco di informazioni ben raccolte risulta chiaro e visibile in ogni condizione di luce anche grazie all'illuminazione ausiliaria che si attiva spostando il selettore di accensione nella posizione successiva ad ON (rimane acceso per un breve periodo). La classica luce verdina che Nikon utilizza in tutte le fotocamere funziona bene al buio un po' meno in penombra perché piuttosto delicata. Canon non fa nulla di meglio, cambia solo la tinta che vira sull'ambra, l'unica che ho trovato eccellente sotto questo aspetto è Pentax che nella K-5 (recensione) sfoggia una illuminazione forte, omogenea e di un bel verde intenso, visibile anche di giorno. Se si lavora in condizioni in cui il display secondario si usa continuamente si può attivare l'illuminazione continua con la personalizzazione d9.

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Il mirino della Nikon D600 è realizzato con un buon pentaprisma con il 100% di copertura ed ingrandimento 0,7x. La vista è ampia e confortevole, identica a quella offerta delle sorelle maggiori, e consente di comporre le inquadrature con estrema precisione. Anche le informazioni visibili in basso sono le stesse, manca solo il modo di scatto impostato (P, S, A, M). Con la personalizzazione d2 si può attivare la sovrimpressione del reticolo – io la trovo molto utile – mentre con f2 è possibile associare al pulsante frontale Fn l'attivazione dell'orizzonte virtuale. L'inclinazione del corpo macchina verrà così mostrata nel mirino, sfruttando le tacche della variazione di esposizione (al centro) per l'inclinazione orizzontale e gli indicatori di messa a fuoco (a sinistra) per quella verticale. Nella sostanza il mirino della D600 ha l'aspetto di quello della DX D7000 ma è sostanzialmente identico a quello delle altre, più costose, FX di casa Nikon. Gli manca solo la tendina che lo oscura per azzerare le possibili infiltrazioni di luce con lunghe esposizioni ed è quest'assenza la causa del diverso aspetto esteriore.

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Controllo, impostazioni, menu

Un rapido sguardo nell'area adiacente il display LCD superiore non è sufficiente per notare l'unica differenza rispetto D800/D4. C'è sempre il piccolo tasto dedicato alla registrazione video, quello per la compensazione dell'esposizione, la corona di accensione/spegnimento intorno al pulsante di scatto e, più avanti, la ghiera dei parametri. Ciò che cambia è che al posto del pulsante "MODE" che nelle FX senza ghiera dei modi serve per scegliere tra P, S, A, M, vi è un tasto che si utilizza insieme alle ghiere dei parametri per impostare la misurazione dell'esposizione su: matrix, ponderata centrale e spot.

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L'area che differisce pesantemente da tutte le altre FX Nikon è quella superiore sinistra, dove si nota la torretta che include i modi di scatto e i vari metodi di avanzamento, su due diversi livelli sovrapposti. Sia la struttura che le scelte disponibili sono quelle della più piccola D7000 con variazioni minime. Principalmente sulla D600 si guadagna in più il dispositivo di blocco per la ghiera superiore: per evitare modifiche accidentali si deve premere sul pulsante centrale prima di poterla ruotare. I professionisti potrebbero storcere il naso di fronte la presenza di metodi come auto, no flash e addirittura le scene, però la scelta non sembra veramente fuori luogo se si considera che Nikon l'ha pensata come modello d'ingresso per l'FX, destinandola più che altro agli amatori evoluti. C'è da dire che le buone caratteristiche tecniche della D600 la renderanno appetibile anche per il professionista, magari come secondo corpo, e per questo trovarsi di fronte ad un approccio fondamentalmente diverso rispetto le altre FX potrebbe rappresentare uno scoglio, più o meno evidente, nell'uso di tutti i giorni. Riepilogando abbiamo una ghiera dei modi che consente di selezionare: P, S, A, M, due metodi personalizzabili U1 ed U2, scene, no flash forzato ed auto. In basso si può impostare il metodo di avanzamento tra: [S] scatto singolo, [CL] continuo lento, [CH] continuo veloce, [Q] silenzioso, autoscatto, scatto remoto ed [Mup], ovvero il blocco specchio per esposizioni prolungate.

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Anche sul retro ci troviamo di fronte ad una configurazione piuttosto classica per Nikon ma con qualche piccola variazione sul tema. Generalmente si apprezza una struttura più consistente e curata rispetto la D7000 con tasti più comodi da localizzare e premere grazie ad opportune scanalature e prominenze. Il cestino ed il play, che consente l'accesso alla riproduzione, sono sempre nello stesso punto, così come la colonna di pulsanti alla sinistra dello schermo. Sono cinque come nella D800 ma le funzioni sono più simili a quelle della D7000 perché, come quest'ultima, la D600 non ha i pulsanti ISO, WB e QUAL in cima e quindi li troviamo in questa zona. Sempre per continuare il confronto con la più piccola DX c'è un pulsante in più sotto MENU, ovvero picture styles, e i tasti zoom + e - sono invertiti di posizione. Si tratta di una tendenza consolidata negli ultimi due anni da Nikon e che, presumibilmente, sarà ormai lo standard per tutti i nuovi corpi. Il motivo della scelta rimane tuttora ignoto...

Nella zona a destra dello schermo si trova il pad direzionale ad otto vie con il pulsante ok al centro ed il selettore di blocco "L" intorno. Il pad viene utilizzato di default per la selezione del punto AF in modalità spot, oltre che per muoversi nei menu, ovviamente. L'ok centrale è personalizzabile tramite la voce f1 ma con meno funzioni rispetto la D800: manca in particolare lo zoom rapido, comodo per verificare al volo la messa a fuoco. La forma e la disposizione dei controlli in quest'area prende le distanze rispetto la D7000 e ricalca quasi completamente la D800. Anche il pulsante per il Live View è ripreso da quest'ultima ed include un selettore per passare dal modo foto a quello video, dove l'anteprima diventa a 16:9 e si vedono anche i volumi di registrazione audio. Il pulsante info, in basso, attiva il display mostrando il riepilogo di tutte le informazioni di scatto al completo, mostrate con una grafica i cui colori cambiano a seconda della luminosità ambientale, alternando sfondo chiaro e sfondo scuro (volendo se ne può stabilire uno fisso tramite il menu di personalizzazione d8).

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Una seconda pressione del tasto info attiva la possibilità di intervento sulle 10 opzioni in basso, precisamente in senso orario: impostazioni filmato, NR su ISO elevati, D-Lighting, controllo vignettatura, funzione del pulsante anteprima, funzione del pulsante Fn, funzione del pulsante AE-L/AF-L, modo comando a distanza, NR su esposizioni lunghe e ruolo card nello slot 2. Ciò che manca qui alla D600 rispetto la sorella maggiore è il pulsante AF-ON posizionato a destra del blocco AE/AF, il quale con la D800 consente di mettere a fuoco senza ricalcolare l'esposizione.

Frontalmente, a sinistra dell'obiettivo, si trovano due pulsanti Fn, configurabili dall'utente tramite l'accesso rapido dal display info (appena visto) oppure tramite le personalizzazioni f2 ed f3. Di norma quello in alto esegue l'anteprima della profondità di campo con il diaframma impostato mentre l'altro attiva l'orizzonte virtuale. Andando a guardare le varie azioni alternative assegnabili si nota una ricca scelta e vi è anche la possibilità di utilizzarne uno dei due per recuperare la funzionalità del pulsante fisico AF-ON di cui ho segnalato l'assenza. Si noterà che nella D800 i due tasti sono molto più vicini, sottolineando la possibilità che hanno nel modo video di controllare il diaframma motorizzato, cosa non possibile con la D600.

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Ancora forti similitudini con la D7000 si trovano nell'area a destra dell'obiettivo dove fa capolino anche il quarto tasto di quelli presenti nella torretta della D800. Abbiamo già visto che WB, ISO e QUAL si trovano a sinistra dello schermo mentre in questa posizione si è ricavato lo spazio per l'ultimo: BKT. Il bracketing si configura facilmente tramite l'uso congiunto delle ghiere dei parametri, esattamente come avviene per gli altri tre. Questo tipo di approccio rende davvero facile ottenere configurazioni complesse della fotocamera riducendo al minimo l'accesso al menu.

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AF - Messa a fuoco

In basso vicino la sigla FX si trova il selettore per la messa a fuoco che include anche un pulsante opzione, come avviene ormai ovunque nelle DSLR Nikon di alta fascia, dalla D7000 fino alla D4. La soluzione ha ricevuto qualche critica in quanto si è persa, rispetto al passato, la terza posizione per l'impostazione diretta dell'AF continuo e posso ben capire il disappunto di chi si è abituato a lavorare in un determinato modo per anni con tutti i corpi precedenti. Tuttavia questa nuova soluzione offre molte possibilità in più al fotografo e non è, insomma, come l'inversione dei tasti zoom, apparentemente inutile. Il selettore ha solo due posizioni: AF ed M. Quando è in manuale il pulsante centrale non ha nessuna funzione mentre in AF si può usare con la ghiera posteriore per scegliere AF-A/AF-S/AF-C e con quella frontale per selezionare AF 39 punti, 21 punti, 9 punti, spot flessibile, auto e multi-area 3D. Risulta molto più chiaro ed organico rispetto il passato ed offre tutto il controllo di cui si può aver bisogno, basta abituarsi.

Nel progettare una FX dal costo più aggressivo c'erano molti aspetti su cui poter risparmiare ma, come avrete notato, finora non ce n'è nessuno che possa veramente definirsi sotto tono nella D600. Per quanto riguarda l'AF Nikon ha seguito una strada decisamente originale e riutilizzando il medesimo modulo della DX D7000 è riuscita a fare economia pur mantendo un buon AF con 39 punti di cui 9 a croce. Questo dato suggerirebbe una resa adeguata anche nello sport per l'inseguimento dei soggetti ma l'aspetto negativo è che sul più grande sensore FX copre un'area percentualmente inferiore e la rosa dei punti è più ristretta verso il centro. Per farla breve il tracking funziona abbastanza bene ma circa i 4/7 lineari del fotogramma rimangono sguarniti, in orizzontale e in verticale. Quanto ciò ne possa limitare l'effettiva efficacia sul campo va giudicato caso per caso però ci tengo a mostrare con una sovrapposizione tra i mirini di D600 e D800 che quest'ultima ha, più o meno, solo una fila di punti in più alle estremità (passate con il mouse sopra l'immagine per vedere la copertura AF della D800).

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In caso si necessiti di una copertura più estesa dell'AF si può modificare l'area immagine su DX e, con il relativo crop, la rosa di punti apparirà più estesa sul fotogramma ma si cattureranno immagini da soli 10,5 megapixel.

Il punto centrale nella D800 e nella D4 è capace di mettere a fuoco fino a -2EV mentre con la D600 ci si ferma a -1EV. Nell'uso naturale che ne ho fatto in queste due settimane di prova non mi è mai capitato che facesse "cilecca" ma con delle prove dirette realizzate abbassando progressivamente la luce ambientale fino a che fosse quasi completamente buio, ho potuto verificare che, in effetti, va in crisi un po' prima della D800. Le prestazioni mi sono sembrate generalmente più che valide e, grazie al motore AF integrato, sulla D600 si possono usare in auto focus anche i vecchi obiettivi pre-AF-S. È anche disponibile la calibrazione fine AF per singolo obiettivo, in modo tale da correggere eventuali difetti di front/back focus.

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Flash

La D600 dispone di un lampeggiatore i-TTL integrato con numero guida 12 e tutte le classiche impostazioni per la riduzione occhi rossi, sincronizzazione lenta o sulla seconda tendina. È la stessa unità presente nella D800 ed offre quindi medesima copertura e funzioni con velocità di sincronizzazione di 1/250. Può essere utile in alcune circostanze, direi prevalentemente per un po' di luce di schiarita sui soggetti in controluce, ma la cosa importante è che può controllare direttamente altri flash esterni via wireless. Il pulsante di rilascio, facilmente identificabile per la classica icona del flash, può essere utilizzato insieme alle due ghiere per impostarne modalità e compensazione, esattamente come abbiamo già visto per altre funzioni. La D800 ha una caratteristica in più che può essere determinante alcuni professionisti quanto inutile per l'amatore e per molti generi fotografici: la sincronizzazione flash via cavo.

Metering - Esposizione

La D700 aveva un esposimetro basato su 1.005 pixel, la D800 è saltata a 91.000 mentre la D600 ha un sensore da 2.016 pixel RGB. Le impostazioni possibili sono il matrix multiarea, lo spot centrale e l'area ponderata centrale la cui estensione può essere configurata con la personalizzazione b4 su: 8mm, 12mm (predefinito), 15mm, 20mm o media. Per gli utenti più esperti è disponibile con b5 la taratura fine dell'esposimetro con la quale è possibile regolare singolarmente ognuna delle tre tipologie di valutazione con valori da -1EV a +1EV a step di 1/6 (quindi molto precisi). Con i settaggi di base mi è sembrato un po' conservativo rispetto le alte luci generando dei file RAW con colori vividi ma tendenzialmente scuri, specie con le scene ad alto contrasto. Provando ad attivare il D-Lightning ed analizzando il JPG della stessa foto, ci si trova di fronte ad una situazione molto diversa con ombre aperte ed un'istogramma più adeguato alla scena reale (e incide anche il controllo vignettatura qui impostato su N, normale).

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Ovviamente il file RAW offre maggiori informazioni e con la D600 ci si può davvero divertire in post produzione. La piccola FX di casa Nikon eredita infatti uno dei principali vantaggi della D800, ovvero il ridotto rumore nelle ombre. Grazie a questa caratteristica in cui supera altre DSLR full frame concorrenti, compresa la 5D mark III di Canon, partendo dal RAW si possono recuperare delle zone molte buie senza vedere apparire il classico rumore digitale. Prendendo dei crop 100% dall'immagine superiore ho confrontato il JPG con il RAW originale ed ho poi provato ad aumentare drasticamente l'esposizione in Aperture a +2EV ed il risultato parla da solo.

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WB - Bilanciamento del bianco

L'impostazione del bilanciamento del bianco si effettua tramite la pressione del tasto WB, a sinistra dello schermo, e l'azione contemporanea sulla ghiera posteriore. Le posizioni sono: auto, incandescente, neon, soleggiato, flash, nuvoloso, ombra, kelvin e pre. Fatta eccezione per le ultime due, in tutte le altre modalità automatiche l'uso della seconda ghiera frontale consente di affinare la valutazione utilizzando una scala di 13 valori. Ruotandola in senso antiorario si accentueranno i toni caldi, posizioni da A1 ad A6, mentre in senso orario quelli freddi, posizioni da B1 A B6. La soluzione appare utile ed efficace, un po' come una compensazione sul bilanciamento del bianco effettuata senza accedere ai menu. Con i gradi Kelvin si può impostare una temperatura da 2500-10000K anche se non con la stessa incredibile precisione offerta dalla D800, dove gli step sono di soli 10K. Per quanto riguarda la modalità PRE (premisurazione manuale), l'utente ha a disposizione 4 personalizzazioni, da D1 a D4. Una pressione prolungata del tasto WB quando si è in questa modalità attiva la cattura immediata di una fotografia da usare per la rilevazione e tutto si esegue in un attimo e senza dove accedere ai menu. Sono molti anni che Nikon ha adottato questa ottima soluzione, oggettivamente ed indiscutibilmente pratica. Non capisco davvero perché Canon non abbia ancora seguito questa strada e continui a costringere il fotografo ad un processo ridicolo ed antiquato su tutte le sue DSLR, anche le più costose, in cui si deve fare tutto manualmente: scattare la foto neutra, accedere al menu, trovare la voce WB personalizzato e dare l'ok sull'ultima foto scattata.

Metodo Drive - Scatto continuo

Con la medesima capacità di calcolo della D800 ma con 1/3 di pixel in meno da elaborare, il processore Expeed 3 riesce ad offrire una maggiore rapidità, passando da 4fps a 5,5fps in formato FX. Con il più veloce metodo Ch questi sono garantiti con tutte le qualità. Utilizzando il solo JPG il buffer regge fino a 13 scatti prima di rallentare mentre ne bastano 11 con le impostazioni RAW e RAW+JPG. Al termine della raffica il buffer viene svuotato e la luce verde sul retro rimane attiva finché ciò non avviene. In questo frangente è possibile scattare immediatamente altre foto singole mentre per la raffica il rapporto scende a 2fps/1fps a seconda della qualità immagine in uso. Di seguito uno schema che espone tutti i dati citati:

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Qualità d'immagine

Se la D800 è stata acclamata per la sua risoluzione, l'ampia gamma dinamica e la profondità colore, la D600 viene immediatamente dopo. Nel ricco database di DxOMark che include anche le medio formato le prime tre posizioni sono tutte per Nikon con questo ordine: D800E (96 punti), D800 (95 punti), D600 (94 punti). È chiaro che un semplice numero non può essere considerato come un metro onnicomprensivo nel giudicare strumenti così complessi, tuttavia i test effettuati seguono un discreto rigore analitico che vi consiglio di approfondire nell'ottimo articolo di Alessio: come leggere i risultati di DxOMark: il punteggio dei sensori nelle fotocamere digitali.

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Grazie alle ottime qualità del sensore da 24 megapixel, la D600 ha una gamma dinamica eccellente che supera i 14 stop come solo la D800 aveva finora fatto. Su questa base di lavoro Nikon ha sviluppato al meglio il suo Active D-Lighting che nella modalità Extra High consente di sfruttare quasi tutta la gamma dinamica anche nei file JPG. In verità bisogna rilevare che la qualità dei JPG sviluppati dalla camera è molto elevata e con un minimo di profilatura tramite il Picture Control si riescono ad ottenere dei file già buoni per la stampa. Tra l'altro la D600 possiede un menu di ritocco incredibilmente ricco e potente che consente di elaborare quasi ogni aspetto delle immagini: D-Lighting, correzione occhi rossi, rifilo, effetto monocromatico, effetti filtro, bilanciamento colore, sovrapposizione immagini, ridimensionamento, ritocco rapido, raddrizzamento, controllo distorsione, fisheye, disegna contorno, bozzetto a colori, distorsione prospettica, effetto miniatura, selezione colore. Oltre alle possibilità di modifica ed agli effetti fin qui citati è presente anche un tool per modificare i filmati, con il quale si possono tagliare o salvare dei fotogrammi come immagine, nonché la nota funzione di elaborazione dei NEF (RAW) in camera.

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Per quanto i JPG stupiscano per il buon equilibrio e l'Active D-Lighting riesca ad estendere la gamma dinamica fino ad oltre 12 stop senza un minimo di fatica per il fotografo, i RAW continuano ad avere una marcia in più se ben elaborati, specie in tutte quelle scene dove vi siano contrasti netti. Lo abbiamo già visto parlando di metering ma lo rivediamo nuovamente con un semplice esempio. L'immagine di seguito è stata catturata in RAW+JPG (modalità P) con impostazioni standard. Essendoci un sole alto e forte a generare delle ombre particolarmente dure, il file sviluppato dalla fotocamera non è riuscito a recuperare i dettagli della testa del piccione. Con un minimo di elaborazione del RAW, senza aver qui valutato attentamente i risultati dal punto di vista estetico, si riesce a vederla piuttosto chiaramente.

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Resa ad alti ISO

Non è facile trovare una fotocamera che ad alti ISO si comporti meglio della D600. Le qualità di base sono molto simili a quelle già verificate nella D800 (recensione) ma con una conta dei pixel ridotta il rumore digitale ha una grana più sottile. È sempre difficile una valutazione della resa ad alte sensibilità basandosi sull'analisi al computer perché si rischia di verificare le immagini esclusivamente con vista al 100% e ciò può essere molto fuorviante, specie con le risoluzioni elevatissime cui ci stiamo abituando negli ultimi anni. Una stampa di qualità sarebbe decisamente più opportuna per vedere se e quanto il rumore digitale risulti visibile nel mondo reale ma, ahimè, ciò non è possibile in una pagina web e dovremo accontentarci di un confronto a suon di bit.

Le prove di seguito esposte sono realizzate sulla base di file RAW convertiti con Adobe Camera Raw senza riduzione del rumore.

Iniziamo col dire che tra 100 e 400 ISO è quasi impossibile apprezzare delle differenze perché sia la risoluzione che il dettaglio non subiscono riduzioni di sorta. Ad 800 ISO facendo un confronto al 100% di due foto identiche si può avvertire la minima presenza di un sottile rumore nella luminanza, ancora omogeneo e indistinguibile in stampa. I 1600 ISO rappresentano il primo step dove si inizia a perdere un po' di dettaglio e la grana diventa visibile nelle zone d'ombra.

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Per iniziare a mettere un po' in crisi la D600 si deve salire a 3200 ISO e di seguito li vedete in una fotografia niente affatto semplice visto che l'80% del fotogramma era quasi nero al momento della cattura ed è stato necessario schiarire tutto su Adobe Camera RAW con i parametri sotto elencati:

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Per "leggere" in modo corretto il crop superiore si devono considerare due aspetti ma il primo e più importante è che la piccola porzione vista al 100% fa riferimento ad una immagine che in proporzione sarebbe larga 2,12 mt. Se invece la si stampa su una larghezza di 40 cm le cose cambiano in modo drastico perché la grana sarebbe 5 volte più sottile, tendendo a sparire quasi completamente. La seconda considerazione dipende dal soggetto della foto: c'è un vetro – neanche tanto pulito – che in quella zona opacizza ciò che gli è dietro, eppure potete facilmente leggere "la coppola € 39" o "€ 42" sul cappello in primo piano.

La D600 arriva nativamente fino a 6400 ISO e vi posso garantire che con un pizzico di intervento in post produzione sulla riduzione del rumore, le immagini sono stampabili senza problemi sacrificando solo un po' di dettaglio. Tra l'altro si parte da una base in cui la definizione è molto elevata per cui si perde poco se si fa il confronto con altre DSLR. Di seguito un interessante confronto tra Canon 5D Mark III, Nikon D600 e Nikon D800, sempre eseguito sulle immagini in RAW senza riduzione rumore.

Nota bene: le foto della mark III e della D600 sono state realizzate contestualmente mentre quelle della D800 risalgono a qualche tempo fa. L'illuminazione era leggermente diversa ed avevo pensato di non inserirle affatto, tuttavia ritengo più utile vederle per valutare l'incidenza della grana seppure con la consapevolezza che vi era un'illuminazione leggermente più diffusa che smorzava alcuni dettagli.

Obiettivi utilizzati:

  • Canon 5D Mark III: EF 24-105 f/4L IS
  • Nikon D600: AF-S 24-85 f/3,5-4,5 VR
  • Nikon D800: AF-S 24-80 f/2.8

test-iso-risoluzione

Seleziona ISO: 100 - 200 - 400 - 800 - 1600 - 3200640012800

ISO100

Live View e Video

Ho unito questi due aspetti dove si concentrano la maggior parte delle limitazioni riscontrate nella D600. La prima cosa che mi ha davvero stupito è l'impossibilità di visualizzare l'istogramma in fase di ripresa, sia per il video che per le foto. Altra limitazione risiede nell'impossibilità di modificare l'apertura, qualsiasi sia il modo di ripresa selezionato, costringendo l'utente a disattivare il Live View, modificare il diaframma e riattivare il Live View. Entrambe queste limitazioni potrebbero risiedere nel firmware, non mi risulta che vi siano motivazioni meccaniche per le quali risulti impossibile cambiare apertura con lo specchio sollevato ma tant'è che nella D600 non è possibile. L'AF per contrasto non si comporta troppo male, è sempre vistosamente inferiore a qualsiasi mirrorless entry-level ma questo è un difetto comune in tutte le DSLR Nikon e Canon, in qualsiasi fascia di prezzo. Continuando la carrellata di limitazioni c'è da segnalare che l'uscita video HDMI non compressa – una delle caratteristiche positive su cui le recenti Nikon stanno facendo leva nei confronti di Canon – è disponibile anche nella D600 ma con dei bordi neri intorno. In pratica copre circa il 94% del monitor e registrando quell'immagine si dovrà successivamente effettuare un upscaling non proporzionale che, di certo, inciderà negativamente sulla qualità del video. È comunque una caratteristica in più rispetto la sua concorrente Canon 6D ma averla con questa limitazione equivale, a mio parere, a non averla affatto.

[AGGIORNAMENTO] dopo un recente upgrade firmware l'uscita video via HDMI copre ora 100% del quadro.

nikon-d600-video

La qualità del video è buona considerando che il bitrate massimo non è comunque particolarmente elevato ed offre la possibilità di selezionare 24p, 25p o 30p in modalità FullHD mentre arriva anche a 50p e 60p in HD. Di seguito uno specchietto presente nel manuale della D600 che evidenzia tutte le varie combinazioni e la relativa lunghezza massima di registrazione:

tabella-video

Diciamo che il comparto video è complessivamente buono ma si tratta di un risultato ottenuto alternando punte di eccellenza con aspetti decisamente poco professionali. Ingresso ed uscita audio per la cuffia rientrano sicuramente tra le caratteristiche positive.

nikon-d600-collegamenti

Collegamenti, memoria, batteria

Tutte le porte di connessione sono posizionate nella zona sinistra, dietro sportellini in gomma ben sigillati e con la possibilità di rimanere aperti per facilitare la gestione dei cavi. Invece di avere un'unica copertura come nella D800, qui i collegamenti sono divisi in comparti, così da tenere aperto solo ciò che serve. In cima si trovano ingresso ed uscita audio da 3,5mm, al centro l'USB 2.0 (non 3.0 come nella D800) e in basso l'uscita HDMI. Un po' più avanti, separata dal resto del gruppo, si trova la porta per il GPS opzionale GP-1.

A destra il largo sportellino contiene i due slot per le memorie, entrambe in standard SD. Le compact flash sono indubbiamente più robuste ed affidabili ma volendo utilizzare le funzionalità di backup o riempimento in eccedenza ho sempre pensato che avere due memorie di medesima tipologia possa rappresentare un vantaggio anziché uno svantaggio. Per questo motivo preferisco questa soluzione piuttosto che la SD+CF presente nella D800: se proprio si voleva puntare alla piena soddisfazione dei professionisti non si sarebbe potuto optare, in quel caso, per 2 CF?

nikon-d600-sd

La batteria, posizionata alla base della fotocamera, è la solita ed efficientissima EN-EL15. Ci si fanno tranquillamente 700/750 scatti misti ad un buon periodo di revisione foto e qualche breve cattura video. Secondo lo standard CIPA si raggiungono le 900 foto e non stento a crederci se si utilizza esclusivamente il mirino.

voto 4Conclusioni

Per capire la D600 si deve innanzitutto accettare che la finalità di Nikon non poteva mai essere quella di creare un doppione più economico della D800, perché così facendo avrebbe soltanto limitato le vendite dell'altra diminuendo i guadagni. Le limitazioni o carenze che potrebbe notare il professionista sono conseguenza naturale del giusto posizionamento della D600, subito sotto la sorella maggiore con l'obiettivo di interessare nuove fasce di utenti allargando il bacino di corpi ed obiettivi full frame. Certo il corpo è più piccolo di quel che si aspetterebbe, ma la robustezza e l'ergonomia ci sono tutte, così come la tropicalizzazione identica a quella della D800. La qualità fotografica è di altissimo livello e considerando complessivamente risoluzione, gamma dinamica e resa ad alti ISO la D600 può affrontare a testa alta qualsiasi DSLR full frame. Come funzioni c'è tutto quel che serve all'amatore evoluto ma sarà facilmente appetibile anche per il professionista che vuole viaggiare più leggero o come corpo di backup. Si usa con piacere grazie all'efficienza dei menu e dei controlli Nikon e con 24 megapixel di risoluzione soddisfa per ogni genere fotografico. Un plauso va fatto certamente alla casa giallonera che è riuscita a tagliare nei punti giusti, senza limitare in modo determinante nessun aspetto di questa DSLR FX. Il prezzo del solo corpo con garanzia Nital (che consiglio vivamente) è di circa 1.900€ e non può certo considerarsi "economico" in senso assoluto. Tuttavia questa è una fotocamera riuscita che guadagna senza difficoltà un giudizio di 4 stelle.

Ho tenuto per il finale un breve approfondimento riguardo un difetto noto della D600, ovvero la tendenza del sensore a sporcarsi. Secondo quanto si legge da numerose esperienze dirette di utenti in tutto il mondo, è facile che sul sensore si depositi della polvere e in alcuni casi anche una sostanza oleosa pur senza aver effettuato cambi obiettivo. Il problema sembra sia dipeso da una partita di componenti interni (presumibilmente lo specchio) con verniciatura imperfetta. Da quel che so Nikon lo ha prontamente risolto su tutti i nuovi modelli prodotti e provvede ad effettuare una completa pulitura professionale a chiunque capiti. La D600 che ho ricevuto io in prova aveva 2.000 scatti ed un granellino di polvere che è andato via con una semplice soffiata di una pompetta. Inoltre sugli esemplari vecchi che presentavano il problema sembra che questo si stia risolvendo autonomamente dopo qualche migliaio di scatti.

PRO
+ Qualità d'immagine eccellente, sia in JPG che in RAW
+ Gamma dinamica molto estesa di oltre 14 stop
+ Resa ad alti ISO ai migliori livelli della categoria
+ Mirino ampio, luminoso, ricco di informazioni e con il 100% di copertura
+ Compatta ma con una costruzione molto solida, ergonomica e tropicalizzata
+ Doppio slot SD utilizzabile in eccedenza o backup
+ Ricca dotazione di controlli manuali, efficaci e professionali
+ Flash integrato con la possibilità di controllare unità esterne wireless
+ La raffica da 5,5fps supera quella della D800
+ Menu vasto, ampiamente personalizzabile e con funzionalità di intervento su metering ed AF
+ Motore di messa a fuoco compatibile con i vecchi obiettivi pre-AF-S
+ Orizzonte virtuale a due assi
+ Uscita ed ingresso audio
+ Batteria di lunga durata

CONTRO
- Manca la sincronizzazione flash via cavo
- L'area AF è più ristretta del normale
- Non si può visualizzare l'istogramma in live view
- Non si può modificare l'apertura in live view
- In moltissimi esemplari il sensore si sporca facilmente

Nikon presenta la D7100, DX top di gamma e senza filtro low pass

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Nella recensione della Nikon D600 avevo anticipato l'imminente arrivo della D7100 che Nikon definisce come la nuova flagship per il DX, posizionandola al di sopra della vecchia D300s. Le dimensioni del corpo sono invariate e questo, insieme al prezzo, fa pensare che non vi sia un reale riposizionamento del corpo nel segmento più alto, semplicemente la D300s non tiene più il passo e se già la D7000 le era superiore in alcuni aspetti, la D7100 lo è quasi per tutto.

nikon-d7100-saggiamente

Seppure le dimensioni esterne rimangano invariate, la Nikon D7100 ha un look leggermente modificato che riprende quello delle più recenti FX. Le spalle più elevate garantiscono un maggiore spazio utile in altezza e si nota un netto miglioramento dell'ergonomia con l'impugnatura che guadagna una forma più ampia ed un profilo più comodo. A parte queste lievi ma importanti modifiche cosmetiche, tutti i controlli fisici appaiono più coerenti con l'attuale lineup della casa giallonera, così come i controlli per il live view e la registrazione video, nonché i 5 (e non più 4) pulsanti a sinistra dello schermo. L'ultimo in basso è "i" pensato, a quanto si legge nel comunicato, per rendere più agevole l'intervento sui parametri di scatto. Il funzionamento non è ancora chiaro ma ne ritorneremo a parlare avendo informazioni più precise.

nikon-d7100-saggiamente

La D7100, come la precedente, ha l'area superiore e quella posteriore in lega di magnesio ma Nikon ha implementato maggiori accorgimenti per la tropicalizzazione al fine di equiparare in tutto e per tutto le FX di casa, nonché la vecchia D300s. Ma è addentrandoci all'interno che la nuova DX scopre le sue carte migliori.

Il sensore da 24 megapixel è privo di filtro low pass e in modo analogo alla D800E punta ad offrire una migliore definizione. A differenza della soluzione intrapresa con la full frame, dove il filtro è presente ma i suoi effetti vengono annullati con uno strato successivo, sul sensore della D7100 questo non è proprio presente fin da principio, similmente alla Pentax K5 IIs. Si tratta di una decisione importante quella di creare un corpo in un settore così importante per le vendite e l'immagine, direttamente senza filtro low pass e non con una variante. Di norma questa caratteristica porta ad una incisività maggiore ma anche la tendenza al moiré con le trame sottili. Verrebbe da pensare – o sperare – che Nikon abbia ottimizzato al meglio il sensore e l'elaborazione dei dati per limitare al minimo questo inconveniente che, altrimenti, renderebbe il corpo più indicato per un pubblico esperto in grado di controllare – per quanto possibile – i suoi aspetti negativi. La sensibilità può essere impostata da ISO 100 a 6.400, con estensione fino a 25.600 in modalità Hi2, e il processore d'immagine è lo stesso Expeed 3 dei modelli FX più recenti. Grazie a questo miglioramento si raggiungono i 6fps nello scatto continuo.

Proseguendo nell'analisi delle specifici si passa alla messa a fuoco dove la D7100 sfoggia il Multi-Cam 3500DX con 51 punti AF di cui 15 a croce. Il modulo è quello della D300s ma verrà implementato anche a livello software per offrire prestazioni maggiori ed una sensibilità fino a -2EV per il punto centrale. Già la rosa dei punti è molto estesa sul fotogramma DX ma Nikon ha introdotto una nuova modalità con crop 1.3x rispetto l'APS-C (2x rispetto l'FX) che restringendo il frame fa ottenere:

  • moltiplicatore maggiore (un 200mm diventa 400mm)
  • copertura quasi totale dell'area AF
  • maggiore velocità di scatto continuo (7fps)
  • immagini da 15 megapixel

In pratica con questa modalità si equipara l'area dei sensori Micro Quattro Terzi ed essendo anche nel video offre la possibilità di filmare a 50i/60i mentre di norma la D7100 registra in Full HD fino a 25p/30p con audio stereo ed ingresso per microfono esterno. Si aggiunge rispetto la D7000 anche l'uscita per cuffia.

d7100-mirino-crop

Miglioramenti sensibili per il mirino, un pentaprisma con 100% di copertura ed ingrandimento 0.94x (equipara quello della Canon EOS 7D) a cui è stato aggiunto un display OLED per rendere più nitide e leggibili le informazioni di scatto. Anche il display posteriore fa un passo avanti, con un pannello RGBW 3,2" da 1.228.800 punti. Ogni aspetto della D7100 sembra migliorato, sia a livello estetico che di contenuti ma anche per il software. Vi sono numerosi accorgimenti ereditati dalle migliori Nikon, come la gestione specifica dei tempi di scatto minimi nell'ISO automatico (inizialmente apparsa nella D800) oppure la personalizzazione evoluta del tasto centrale OK, con il quale si può attivare lo zoom rapido come non fa la D600 ma faceva la D300s. Per il resto rimangono confermate molte altre caratteristiche come l'ottimo modulo flash integrato con controllo wireless di lampeggiatori esterni, l'orizzonte virtuale a due assi, doppio slot SD, metering a 2.016 pixel, ricevitori IR posteriore ed anteriore.

nikon-d700-lato

La disponibilità sul mercato è prevista per marzo con un prezzo consigliato di $1199.95 per il solo corpo e $1,599 con l'obiettivo 18-105VR in kit. I prezzi italiani in euro dovrebbero essere più o meno analoghi considerando l'ormai classico cambio 1:1. La D7100 è davvero interessante e non vedo l'ora di poterla toccare con mano al prossimo Photoshow.

Nikon assicura: la D7100 non sostituisce la D300s. Possiamo aspettarci una D400?

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Ha fatto un po' discutere la dichiarazione di Nikon USA nel comunicato stampa della D7100, in cui veniva definita come la nuova ammiraglia per il DX. Mentre Canon sembra sempre più vicina ad una seconda generazione della 7D, una nuova 70D o un corpo che riunisca le due linee posizionandosi subito sotto la full frame 6D, l'uscita di Nikon era stata interpretata da alcuni come una precisa dichiarazione contraria: non produrremo null'altro sotto la FX D600 (recensione) e sopra la DX D7100. In sostanza sembrava data per spacciata la possibilità di vedere un'erede della D300s, un corpo alcune delle specifiche migliori – e migliorate – si possono già vedere oggi nella D7100 ma non del tutto soddisfacente per il professionista.

nikon-d7100-saggiamente

Quello che i fotografi vorrebbero nella D400 e che non si ritrova nella D7100 è il corpo interamente in lega di magnesio – come quello della D800 (recensione) – uno scatto continuo più rapido e con un buffer più ampio, il pulsante AF-ON dedicato, il metering a 91.000 come le sorelle maggiori, l'utilizzo di CF o XQD in luogo delle SD, il sync flash via cavo, ecc.. Per queste ed altre ragioni, è difficile che la D7100, per quanto molto valida già sulla carta, possa essere considerata un'alternativa realistica alla D300s, almeno non per tutti. Potrebbe esserlo per un amatore ma ci sono anche molti professionisti che non sentono la necessità del full frame o che preferiscono sfruttare il moltiplicatore dell'APS-C per una caccia fotografica più "economica" ed una raffica valida senza raggiungere la spesa per la D4. Per tutti questi la D7100 potrebbe non essere all'altezza. La stessa cosa accade in casa Canon, dove molti hanno preferito la 7D alla 5D Mark II per AF, raffica ed economicità.

Come riporta NikonRumors, Nikon Europa ha contattato la casa madre in giappone dopo aver ricevuto richiesta dagli utenti ed hanno così ottenuto una risposta che corregge il tiro rispetto il comunicato stampa USA della D7100. Certo, la nuova DX è superiore in moltissimi aspetti alla D300s e in tal senso può essere vista come l'attuale flagship ma, come è stato ora chiarito, non la sostituisce, non è qualificata come fotocamera professionale e non rientra nel Nikon Professional Services (NPS). Insomma, sembra che possiamo ancora aspettarci una D400.

Coolpix A, la prima compatta Nikon con sensore DX

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Bisogna proprio riconoscere che Nikon continua a sfornare novità interessanti una dietro l'altra. Sembra vi sia tutta la volontà di addentare il primato di Canon nelle vendite, dove è superata, già da qualche anno, di numerosi punti percentuale. Pur essendo un prodotto completamente nuovo per la casa giallonera, la prima Coolpix con sensore DX non rappresenta una reale novità per il mercato. Ci ha già provato proprio Canon con la G1 X ed il suo sensore da 1,5" (molto vicino all'APS-C) e dopo aver visto la full frame compatta RX1 di Sony, sarà difficile rimanere ancora stupiti. La Coolpix A presenta tuttavia elementi interessanti che la pongono più o meno a metà tra queste due.

nikon-coolpix-a

Il sensore è un vero DX, lo stesso CMOS da 16 megapixel che equipaggia la Nikon D7000. Come questa ha un range di sensibilità ISO da 100 a 6400 e raggiunge i 25.600 nella modalità Hi2. Il processore Expeed 2 consente di ottenere una raffica discreta da 4fps, con un buffer che contiene fino a 26 immagini. Registra filmati in FullHD 1080p a 30, 25 o 24 fotogrammi per secondo con audio stereo. Offre tutti controlli manuali, i classici metodi PASM, un'ampio schermo da 3" con 921.000 punti, flash integrato e supporta il modulo Wi-Fi opzionale WU-1a e quello GPS GP-1. Per i più tradizionalisti è possibile sopperire alla mancanza del mirino con l'unità ottica DF-CP1, abbastanza ampia ma con solo il 90% della copertura e impegna anche la slitta a caldo (che è compatibile con le unità i-TTL).

DF-CP1

La particolarità di questa Coolpix A è che unisce l'idea della compatta con ampio sensore della G1 X ma ha un obiettivo fisso come la RX1. Questa scelta ha consentito di ottenere un corpo molto più snello rispetto la soluzione proposta da Canon pur avendo un sensore più ampio. La G1 X misura 117 x 81 x 65 mm e pesa 530 grammi, mentre la Coolpix A è decisamente più sottile (111 x 64 x 40 mm) e pesa quasi la metà (299 grammi). Parliamo di un volume di 616 cm3 contro 284 cm3, una bella differenza.

02-A_BK_back

Il Nikkor 18,5 f/2.8 rende circa come un 28mm sul DX, per cui un grandangolo leggermente più spinto rispetto il 35mm tipico del reportage. Su questa scelta si gioca la partita della Coolpix A, la quale colpisce per un corpo snello ed una serie di controlli da vera DSLR Nikon, con tanto di doppia ghiera e tasti a lato dello schermo. C'è però un ulteriore dubbio importante che la riguarda: il prezzo. Nikon la presenterà a ben 1.100€, una cifra che appare decisamente elevata e che potrebbe renderla poco appetibile se non per i più affezionati del marchio. Certo il sensore DX è più interessante di quello da 1,5" della G1 X ma quest'ultima possiede un obiettivo zoom ed è posizionata a quasi 500€ in meno. La Coolpix A punta più sulla qualità che sulla versatilità e almeno in questo senso il prezzo potrebbe essere giustificato, un po' come quello della RX1 già citata. Se la finalità è però quella di una buona qualità d'immagine in tasca, allora immagino si possa subire una importante concorrenza della magica Sony RX100 (video recensione), una compatta con sensore da 1", ricca di controlli e funzioni, con un'ottimo obiettivo Carl Zeiss 28-100mm f/1.8-4.9, raffica da 10fps e video FulHD 60p a poco più di 500€.

Nikon presenta oggi anche la Coolpix P330, disponibile in bianco o in nero, dove si mantiene un sensore formato 1/1,7" che diventa però retro illuminato (BSI CMOS). Abbiamo un obiettivo stabilizzato equiv. 24-120mm f/1.8-5.6, schermo da 3" 921.000 punti, 12 megapixel, video FullHD e controlli manuali completi. Inoltre la piccola P330 è dotata di modulo GPS integrato, il tutto ad un prezzo di circa 380€.

p330

Nikon 80-400 f/4.5-5.6G: il nuovo ultra teleobiettivo Nikkor

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Giornata di novità per Nikon che nel campo obiettivi presenta l'attesto 80-400 "G" in sostituzione dell'ormai decennale VR "D". Otticamente si presenta rinnovato in diversi aspetti, soprattutto per la presenza di una lente "Super ED" a bassissima dispersione di luce oltre a 4 lenti ED e al rivestimento Nano Crystal per limitare il flare. Qui sotto le curve MTF paragonate con quelle del 70-200 f/2.8 VRII.

80-400

Tra le altre caratteristiche segnaliamo:

  • Numero di lamelle: 9 (arrotondate)
  • Dimensione filtri: 77 mm
  • Diametro per lunghezza: 95.5 mm x 203 mm
  • Peso: Circa 1500 gr.
  • Accoppiato con le nuove FX Nikon (D600, D800, D4) permette di utilizzare l'AF con i punti sensibili fino a F/8 anche con il moltiplicatore 1.4x (112 - 560 f/6.3 - 8 equivalente in FX)
  • VR dichiarato a 4 stop

Le dimensioni e il peso sono interessanti per la lunghezza focale, il 70-200 VRII è molto simile pesando 1540 gr. e misurando 87 mm x 205.5 mm (diametro x lunghezza). Per quanto riguarda disponibilità e prezzo lo aspettano in USA ad inizio Aprile, in Italia non dovrebbe arrivare molto più tardi, il prezzo suggerito è di $2,699.95. Su strada potrebbe assestarsi a circa $200 in meno, ma sicuramente continuerà a far discutere, si tratta di una lente che punta sia alla qualità che alla versatilità ma dal prezzo veramente importante per un zoom "tuttofare", come viene chiamato da chi lo denigra. Per noi non si tratta di un tuttofare come il 18-200 ma sicuramente alcune caratteristiche (soprattutto l'apertura variabile) suggerirebbero un prezzo inferiore, tenendo sempre presente che si tratta di una lente dalla grande escursione focale e con soluzioni di tutto rispetto (se non erro è la seconda lente Nikon con un vetro "Super ED"). Credo che se riuscirà ad avvicinarsi ai 2.200€  ci troveremo di fronte ad un prezzo appropriato, fermo restando che il discorso "qualità/prezzo" si potrà affrontare solo dopo i primi test.

Photoshow 2013: le novità di Nikon e la nostra intervista a Giuseppe Maio

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Lo stand di Nital al Photoshow 2013 era senza dubbio uno dei più interessanti, ricchissimo di contenuti e meta obbligata di ogni visitatore. Negli ultimi anni la casa giallonera sta lavorando in modo incredibile, non ha mai perso di vista le esigenze dei fotografi ma sta riuscendo a coniugarle con un ritmo incessante di nuovi prodotti e tanta qualità.

nital

C'erano tutte le Coolpix ma gli sguardi erano concentrati sulla Coolpix A, prima compatta Nikon ad essere dotata di un sensore APS-C. Non saprei esprimermi rapidamente sul prodotto, in particolare in relazione al rapporto qualità/prezzo, ma spero di riuscire ad averne un esemplare in prova prima possibile. Grande attenzione anche per le Nikon 1, arrivate ad una seconda generazione nella top di gamma grazie a V2 (che ha reso molto appetibile la precedente V1 a circa 350€ sul mercato).

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Nel grande stand si trovava il set dedicato al video DSLR, l'ampia area dedicata agli interessanti seminari, il corner Nikon 1 ma, sopratutto, il bancone delle meraviglie con tutti i corpi reflex e tantissimi obiettivi: c'era solo l'imbarazzo della scelta. Mi sono preso del tempo con la nuova D7100 che mi ha davvero colpito in ogni aspetto. Mirino più godibile grazie alle informazioni "scritte" su display OLED, ampio schermo da 3,2" con oltre un milione di pixel RGBW, AF efficiente, buona ergonomia, velocità operativa e connessioni complete. Insieme agli amici di Riflessi Digital Point abbiamo poi trovato ed intervistato Giuseppe Maio, voce autorevole e grandissimo esperto Nikon, nonché responsabile dell'area Reflex Digitali in Nital.


Nuovi firmware Nikon: D600 con uscita video al 100% e D800 con nuovo gamut per il display

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Durante la mia recensione della Nikon D600 ho evidenziato come aspetto da migliorare nel comparto video, l'uscita HDMI non al 100%. L'immagine, in sostanza, copriva solo il 95% del fotogramma, lasciando una cornice nera tutto intorno. Questa strana caratteristica gettava letteralmente alle ortiche l'utilità dell'uscita video non compressa, dal momento che le clip registrate direttamente da lì per massimizzare la qualità dovevano poi essere poi "upscalate".

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Ieri Nikon ha rilasciato nuovi firmware per le sue full-frame compatte D600 e D800. I changelog sono ricchi di contenuti interessanti per entrambi i corpi con miglioramenti per l'AF tracking ed il supporto del nuovo 800 f/5.6E ma evidenzierei la presenza dell'uscita video al 100% (con informazioni disattivate) sul D600 C: 1.01 e la modifica del gamut del display per immagini più vivide su D800 A:1.01 / B:1.02.

Recensione: Nikon D4, la reflex definitiva per il professionista

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Dopo le recensioni delle Nikon D800 e D600, sono orgoglioso di poter aggiungere alla lunga lista di fotocamere premium testate su SaggiaMente anche la professionale Nikon D4. Oltre ai ringraziamenti per Nital, che ha dimostrato di riconoscere ed apprezzare il nostro lavoro, sono sinceramente sentiti quelli per il rivenditore Nikon Specialist Riflessi di Torino che mi ha dato modo di provare la testa di serie della casa giallonera nelle ultime settimane.

Nel caldo agosto del 2007 Nikon ha presentato la sua prima DSLR Full Frame con il nome D3. Gli anni successivi hanno visto la nascita di una seconda FX più compatta, la D700 che rispondeva alla Canon 5D, e poi ben due aggiornamenti della D3. Le modifiche apportate dalla D3X nel 2008 e dalla D3S nel 2009 hanno riguardato per lo più sensore e funzioni, con interventi strutturali pressoché invisibili. La D4, al contrario, è un prodotto completamente nuovo, come il nome stesso suggerisce.

Annunciata solo un mese prima della D800, FX che farà scalpore per la sua ineguagliata risoluzione, la più professionale delle DSLR Nikon punta a mantenere i primati di robustezza, velocità, qualità, funzioni e resa ad alti ISO delle precedenti D3 e D3S. Tra le due c'è stata la parentesi da 24.5 megapixel della D3X ma con quel sensore non si è riusciti a contenere altrettanto bene il rumore digitale. Anche per questo la successiva D3S è ritornata ai 12.1 megapixel del primo modello e, grazie a questa scelta e ad ulteriori ottimizzazioni, il rapporto segnale rumore (SNR) è migliorato ulteriormente, imponendo un nuovo punto di riferimento per tutto il settore. Il duro compito della D4 è quello di condensare in un solo corpo il meglio dei precedenti tentativi, aumentando la risoluzione pur mantenendo un'elevata resa ad alti ISO.

nikon-d4-vista-frontale-centro

Caratteristiche principali

Il nuovo sensore CMOS è in grado di catturare foto da 16.2 megapixel, trattate ad altissima velocità dal processore d'immagine Expeed 3. Lo stesso modulo è presente anche nella D800 ma, con meno della metà di pixel, la D4 riesce ad ottenere un frame rate molto più rapido, raggiungendo i 10fps (o 11fps con blocco fuoco ed esposizione). Più ampia anche la gamma di sensibilità che parte da una base di 100-12.800 ISO con estensione fino a 50-204.800 ISO. Ci sono altre caratteristiche che la D4 condivide con la D800 già recensita, come il sensore metering 3D da 91.000 pixel RGB (erano 1.005), il modulo AF Multi-CAM 3500FX da 51 punti (una vecchia conoscenza, migliorata nelle prestazioni), il display da 3,2" e la registrazione video Full HD con uscita video non compressa via HDMI. Nella rapida carrellata delle novità non si può non menzionare l'interfaccia Ethernet nativa (con tanto di server HTTP), l'adozione delle nuove memorie XQD e la retro-illuminazione dei pulsanti.

nikon-d4-vista-notturna

Giacché l'ho appena menzionata mi soffermo un attimo sulla modalità d'uso "notturna" della D4. Attraverso la tradizionale rotazione del selettore di accensione è possibile attivare l'illuminazione dei due display LCD, superiore e posteriore, per alcuni secondi; mentre con la personalizzazione d10 è possibile mantenerla sempre attiva. Insieme ai display, ben visibili grazie ad un'omogenea luce azzurro-verde, si illuminano anche la maggior parte dei pulsanti fisici, ma non tutti. Come si può notare dalla foto soprastante, la zona sulla destra è quasi completamente buia. In quell'area si trovano i comandi che si usano più spesso e che si conoscono a menadito, tuttavia sarebbe stato certamente apprezzabile poter "vedere" anche lì. Questa caratteristica della D4 è ben accetta già così, su questo non ci piove, ma a voler cercare il pelo nell'uovo c'è anche la ghiera per la selezione del metodo di avanzamento a risultare poco visibile. Questa non è illuminata e la poca luce riflessa che riceve deriva dal LED verticale che la sovrasta.

nikon-d4-torretta-backlight

Con una foto ben ingrandita si riesce comunque ad intravedere (nell'esempio il metodo drive è impostato su CH) ma dal vivo è praticamente indistinguibile. Difficile considerare queste due imperfezioni dell'illuminazione come aspetti negativi, sia ben chiaro, si tratta pur sempre di una funzionalità in più ed anche molto comoda, tuttavia c'è del margine di miglioramento per il futuro.

nikon-d4-frontale-2

Corpo ed Ergonomia

La Nikon D4 mantiene l'imponenza delle precedenti D3 ma il suo aspetto è alleggerito dalle sinuose curve (il design è di Giugiaro). Lo stesso trattamento lo ha subito anche la D800 e non riguarda solo l'eliminazione di qualche spigolo, che alcuni potrebbero anche preferire per un look più aggressivo, quanto il completo redesign finalizzato ad una maggiore ergonomia ed al bilanciamento ottimale. Il risultato è che la D4 risulta davvero molto comoda e si è indotti a pensare che sia ben più leggera della D3, mentre i dati ci dicono che è leggermente più pesante (pochi grammi). Le variazioni estetiche rendono la D4 più moderna ma la cosa importante, insomma, è che nell'insieme risulta più confortevole dei modelli che sostituisce.

nikon-d4-tropicalizzazione

Il robusto corpo è realizzato su di una base interamente in lega di magnesio ed è ricchissimo di guarnizioni per ottenere una tropicalizzazione di alto profilo.

La D4 rappresenta il top dell'offerta Nikon e, in quanto tale, è progettata per essere praticamente inarrestabile.

Un unico appunto riguarda lo sportellino della memoria. Questo è strutturalmente immutato rispetto il passato con un pulsante di sblocco apertura posto dietro una copertura di sicurezza. A livello logistico funziona davvero bene ma il problema è che sembra leggermente cedevole. Toccandolo si avverte un minimo di gioco con un fastidioso "tic". Nella D3 questa sensazione non esisteva e pur non essendo un reale problema è certamente un particolare sottotono in un corpo così curato come quello della D4.

Un unico appunto riguarda lo sportellino della memoria. Questo è strutturalmente immutato rispetto il passato con un pulsante di sblocco apertura posto dietro una copertura di sicurezza. A livello logistico funziona davvero bene ma il problema è che sembra leggermente cedevole. Toccandolo si sente un minimo di gioco con un fastidioso "tic". Nella D3 questa sensazione non esisteva ed è un po' insolita dal momento che ogni altro più piccolo particolare della D4 è curato con un'attenzione maniacale e restituisce l'idea di una grande qualità e robustezz.

Display e mirino

Il display da 3,2" in formato 3:2 è lo stesso già analizzato nelle Nikon D800 e D600. Si tratta di un'unità più ampia rispetto al passato e con un rapporto di forma che consente di massimizzare la visualizzazione delle foto ed anche dei video in formato 16:9. La particolare costruzione con strato di copertura e pannello a stretto contatto ed il trattamento della superficie sono realizzati per ridurre al minimo i riflessi, con risultati di buon livello. Come per la sorella minore vi è una lieve tendenza cromatica verso il giallo-verde che si nota confrontandola direttamente con modelli precedenti o con reflex Canon.

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Il display è piacevole da usare per l'inquadratura Live View, così come per la visualizzazione e l'impostazione rapida dei parametri visibili nelle due righe inferiori, ai quali si accede con una doppia pressione del tasto info. La classica interfaccia Nikon mantiene le sue buone doti di leggibilità e varia in relazione all'illuminazione ambientale, con testi scuri su sfondo chiaro o viceversa, ma se ne può fissare una delle due tramite il menu di personalizzazione d8. La ricchezza di informazioni presenti nei due display LCD supplementari, in alto e sul retro, è comunque più che sufficiente per controllare lo scatto in modo davvero completo e l'uso dello schermo è facile che si limiti alla verifica delle immagini o al Live View, magari per la realizzazione di filmati o per la fotografia still life.

Il mirino della D4 presenta, sulla carta, le medesime caratteristiche tecniche di quello della D800, ovvero copertura del 100% ed ingrandimento di circa 0.7x. Uno sguardo all'interno mostra comunque un'area di rispetto più ampia tutto intorno che lo rende più confortevole. Si percepisce anche una maggiore nitidezza delle informazioni in sovra-impressione, come la griglia o i punti AF. Le differenze non sono particolarmente pronunciate ma nella D4 si avverte la sensazione di avere a che fare con una flagship in ogni aspetto. Presente ovviamente la regolazione delle diottrie e la tendina per oscurare completamente il mirino al fine di limitare ogni possibile infiltrazione di luce, utile in particolare per le lunghe esposizioni.

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Controllo, impostazioni, menu

La potenza è nulla senza controllo, diceva uno dei più riusciti payoff di sempre. La Nikon D4 segue questa massima ed offre una ricca dotazione di comandi fisici. La base di riferimento è sempre quella dei precedenti modelli ma rispetto la D3S si notano molti miglioramenti e su vari aspetti. Nell'area superiore è stato ricollocato il pulsante per l'impostazione del metering sulla torretta principale, affianco a BKT (bracketing) e Flash. La disposizione precedente, nella zona posteriore, costringeva a distogliere lo sguardo dal mirino; aveva il vantaggio di poter verificare a colpo d'occhio il metodo di valutazione esposimetrica impostato, dal momento che era una ghiera fisica, ma nella D4 è comunque ben visibile nel display LCD superiore ed è altrettanto comodo raggiungere il pulsante con la mano sinistra, anche senza guardare. L'altra "novità" rappresenta ormai una tradizione per tutte le recenti Nikon: il piccolo pulsante rosso per la registrazione video, poco più arretrato rispetto quello di scatto.

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La zona più ricca di controlli è sempre quella posteriore. Qui si notano alcune delle più importanti innovazioni apportate nella D4 ed anche qualche stranezza. Iniziando dall'area a sinistra del display vi è un tasto in più ed un parziale riposizionamento di alcuni elementi, come lo zoom che ora ha due tasti separati (e non uno da controllare con le ghiere) ed il pulsante di protezione foto (quello con la chiave) che in modalità di cattura fornisce accesso diretto al Picture Control, particolarmente importante nelle riprese video, meno per le foto in RAW, dal momento che in quel caso si può rimandare la decisione in Post Produzione.

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I pulsanti al di sotto del display LCD inferiore sono ora più grandi, includono la serigrafia con la descrizione al centro e rientrano tra quelli retroilluminati. Sono finalmente più chiari e facili da azionare ed è stato spostato qui anche il pulsante relativo all'utilizzo del microfono: è il quarto della fila. Il tasto LV (Live View) è ora circondato da un selettore che consente di scegliere la modalità di ripresa, video o foto, in modo da avere l'anteprima nel formato corretto.

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Nella zona a destra si concentrano la maggior parte delle novità rispetto ai precedenti modelli, parlando in primo luogo della più vicina D3S. Il selettore che consente di bloccare i controlli (L) è ora isolato, non circonda più il pad direzionale ad otto vie ma ne è posizionato al di sotto. Tutti nuovi i due nuovi selettori secondari d'ispirazione Canon, uno per l'impugnatura orizzontale e l'altro per quella verticale, vicini ad i rispettivi AF-ON. L'utilizzo in modalità ritratto è stato oggetto di un profondo miglioramento, sia sul piano dell'ergonomia che su quello funzionale. È stata inserita una comoda sporgenza per appoggiare il pollice e la disposizione degli elementi duplicati, come la ghiera posteriore, il tasto AF-ON ed il già citato selettore secondario, è realizzata con maggiore cura. Vi è una proporzione quasi identica rispetto l'uso in orizzontale e ci si ritrova immediatamente a proprio agio.

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I due tasti funzione a sinistra dell'obiettivo, liberamente modificabili tramite il menu di personalizzazione, non sono invece riproposti per l'impugnatura verticale, cosa che avviene, ad esempio, nella Canon 1D X. In compenso è stato aggiunto un tastino (ino nel senso di piccolo) in posizione leggermente arretrata rispetto il pulsante di scatto verticale. Denominato come Pulsante Fn Verticale, questo può assumere quasi tutte le funzionalità di quello tradizionale e ne ha anche alcune aggiuntive per sopperire alla distanza degli altri comandi (come ISO, compensazione, ecc..).

 I due tasti funzione a sinistra dell'obiettivo non sono però riproposti anche per l'impugnatura verticale anche se è stato aggiunto un piccolo pulsante un po' prima del

AF - messa a fuoco

Anche la D4 si porta in dote il comando semplificato per le impostazioni di messa a fuoco, il quale possiede due sole posizioni (M ed AF) ed un pulsante centrale. Come chiarito in occasione di altre recensioni delle DSLR Nikon recenti, questa soluzione nasce da una riflessione profonda e, a mio avviso, condivisibile. Quando si lavora in manuale il pulsante centrale non ha nessuna funzione mentre in AF si può usare con la ghiera posteriore per scegliere AF-A/AF-S/AF-C e con quella frontale per selezionare AF a punto singolo, AF ad area dinamica a 9, 21 o 51 punti, tracking 3D, area AF auto. Risulta molto più chiaro ed organico rispetto al passato ed offre tutto il controllo di cui si può aver bisogno, basta abituarsi.

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Il motore AF è molto efficiente ma in condizioni di buona luminosità non si avvertono variazioni di velocità evidenti rispetto al passato, anche perché sarebbero pressoché impossibili da conteggiare visti i ridottissimi tempi in gioco. Tuttavia il sistema di messa a fuoco Multi-CAM 3500FX è stato riprogettato al fine di migliorarne la sensibilità e la precisione in condizioni di scarsa luce fino a -2 EV, con il risultato che il punto centrale è sensibile fino ad f/8 e tutti gli altri 51 sensori fino ad f/5.6. Si tratta di un importante passo avanti per molti fotografi, sia per chi segue attività indoor che per l'uso di lunghi tele, magari anche con moltiplicatori, perché non tutti possono permettersi un 400 f/2.8 VR o un 600 f/4 VR. Chiudendo tutte le luci e sfruttando solo il delicato bagliore della luna che entrava dalla finestra, la D4 è riuscita tranquillamente a mettere a fuoco in un'area leggermente contrastata, mentre la D3 no. In sostanza il modulo AF riprende le caratteristiche di quello già ampiamente noto ai nikonisti, compresa la buona efficienza del Focus Tracking, con il vantaggio che ora continua a funzionare anche laddove ci sia pochissima luce.

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I nuovi selettori secondari, uno per l'impugnatura orizzontale ed uno per quella verticale, si comportano in modo perfettamente analogo ai classici joystick delle Canon, fornendo un rapido accesso per la selezione del punto AF in modalità a punto singolo. Ciò era possibile anche in passato con l'uso del pad direzionale ma non era altrettanto comodo, oltre che praticamente irraggiungibile impugnando in modalità ritratto. Quello verticale non è disposto esattamente nello stesso punto di quello orizzontale ma i due joystick rappresentano comunque un passo avanti di cui essere contenti.

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Flash

La D4, come da tradizione, non dispone di un lampeggiatore integrato ma richiede l'utilizzo di unità esterne. Oltre alla slitta superiore per il collegamento degli Speedlight, ed il relativo controllo wireless, è disponibile il cavo di sincronizzazione sul davanti. Il pulsante di controllo è uno dei tre posti sulla torretta e consente di impostare rapidamente il modo flash preferito con l'uso della ghiera primaria: normale (sulla prima tendina), riduzione occhi rossi, riduzione occhi rossi con sincronizzazione tempi lenti, sincronizzazione tempi lenti o sincronizzazione sulla seconda tendina. La ghiera secondaria può essere impiegata per la compensazione del flash e qui si nota una importate novità della D4, la quale consente di decidere tramite la personalizzazione e4 se la compensazione d'esposizione debba agire naturalmente anche sul flash oppure se le due debbano rimanere separate. Impostando qui "solo sfondo", invece di "intero fotogramma", la compensazione agirà solo sulla tripletta tempo/apertura/iso a seconda della modalità di scatto impostata, mentre la luminosità del lampo, quindi quella del "primo piano", andrà compensata tramite la ghiera secondaria come prima descritto. Più semplice a farsi che a dirsi, ma bastano un paio di prove per apprezzarne l'utilità a meno che non si usi il flash in modalità completamente manuale.

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Metering - Esposizione

Il nuovo esposimetro TTL basato su 91.000 pixel lo abbiamo già conosciuto per la recensione della D800 ed appare come un notevole passo avanti rispetto quello a 1.005 pixel delle precedenti. La misurazione esposimetrica matrix 3D si è rivelata molto affidabile e sarà più che sufficiente nella maggior parte delle situazioni, mentre in condizioni particolarmente difficoltose è possibile passare alla ponderata centrale, la cui area è modificabile tramite la personalizzazione b5, o alla spot che valuta solo un piccolo cerchio centrale con il diametro dell'1,5% dell'intera inquadratura. Il nuovo pulsante metering si trova sulla torretta ed è facilmente memorizzabile e raggiungibile anche senza guardare. Con l'uso della ghiera posteriore, in corrispondenza del pollice, si sceglie il metodo preferito molto rapidamente.

WB - bilanciamento del bianco

Qual è il giusto comportamento che dovrebbe avere una fotocamera con il bilanciamento del bianco impostato in modalità automatica? Sempre più spesso sento lamentele poiché non si riesce ad ottenere un bianco neutro sotto le lampadine ad incandescenza, ma siamo sicuri che sia questa la finalità da voler raggiungere? Probabilmente qui entriamo in un argomento legato allo stile ed al gusto personale ma le fotocamere non annullano completamente le dominanti di colore presenti nell'ambiente, altrimenti ogni scatto (o filmato) sarebbe uguale all'altro.

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Quando registriamo immagini dovremmo pensare di catturare la realtà e se siamo ad un concerto con delle luci azzurre sarebbe logico volerle tali, e non bianche. Esattamente come avviene con le lampadine con temperature colore inferiori ai 5.000 Gradi Kelvin, le quali restituiscono luce calda nella realtà così come nelle nostre fotocamere. Nella Nikon D4 la scelta rimane comunque al fotografo, il quale potrà selezionare due comportamenti anche in modalità Auto WB, ovvero normale oppure con preservazione delle luci calde. Con questa modalità si coprono dai 3.500 agli 8.000 K, poi ci sono le classiche incandescenza, sole, flash, nuvoloso, ombra e fluorescenza, quest'ultima declinata in ben 7 varianti, dalle lampade ai vapori di sodio (2.700 K) fino a quelle al mercurio (7.200 K). Come nella D800 vi è la possibilità di determinare manualmente la temperatura colore, con step di soli 10K nel range di 2.500-10.000K, oltre che effettuare una correzione fine sugli altri metodi. Nikon conferma anche uno dei migliori procedimenti per la premisurazione manuale, disponibile rapidamente con la pressione prolungata del tasto WB in modalità PRE. Si potrà così personalizzare il bilanciamento del bianco con uno scatto su un'area di colore neutro, senza dover accedere a nessun menu. Sono inoltre disponibili 4 slot per il custom white balance, da d-1 a d-4, così da poterne tenere alcuni sempre pronti se siamo soliti operare nelle medesime condizioni di luce o ritornare sullo stesso set.

Modo di scatto - Scatto continuo

Sotto la torretta si trova la piccola ghiera per l'impostazione del metodo drive, impostabile su S (fotogramma singolo), Cl (continuo bassa velocità), Ch (continuo alta velocità), Q (scatto silenzioso), Autoscatto e Mup (blocco dello specchio). Le posizioni più interessanti sono senza dubbio la Q, non proprio silenziosa ma un po' più discreta rispetto lo scatto normale, e le due per lo scatto continuo. La Nikon D4 è una fotocamera perfetta per lo sport e per seguire qualsiasi tipo di attività dinamica grazie ad un AF molto performante unito ad una raffica semplicemente impressionante. La casa dichiara 10 fps con il calcolo dell'esposizione e della messa a fuoco su ogni fotogramma che salgono ad 11 fps nel caso in cui sia sufficiente valutarle solo nel primo. Questi tempi non solo vengono confermati dalla prova sul campo e con ogni qualità d'immagine selezionata, compresa RAW+JPG, ma vengono anche leggermente superati. In effetti dal mio test ci si è avvicinati di più ai 12 fps, anche se è difficile da definire con precisione dato che gli scatti sono così ravvicinati da essere quasi sovrapposti nella traccia audio registrata.

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La D4 non si ferma prima di aver registrato 200 scatti e sentire quella mitragliatrice andare avanti per quasi 20 secondi fa una certa impressione.

Questa velocità di scatto a raffica può risultare finanche eccessiva in molte circostanze ed ecco perché è molto utile anche lo scatto continuo a bassa velocità. Dal menu di personalizzazione d2 si può selezionare la velocità di scatto da assegnare sia al Cl che al Ch, ed è da qui che si decide se nel continuo ad alta velocità si preferisce avere gli 11fps-quasi-12 con blocco AE-AF sul primo fotogramma oppure i 10fps con ricalcolo fuoco ed esposizione su ognuno. Non temete per le troppe foto, la Nikon D4 ha un otturatore in Kevlar e carbonio testato fino a 400.000 scatti: un altro passo avanti rispetto le D3.

Qualità d'immagine - Resa ad alti ISO

Nel campo delle Full Frame Nikon è rimasta ancorata per lunghissimo tempo ai 12 megapixel, risoluzione che appariva già contenuta nel 2007 quando competeva con i 21 megapixel della 1Ds Mark III. La scelta non è stata affatto casuale ma è derivata da approfonditi studi in merito la dimensione ottimale del pixel e ciò ha trovato riscontro nella migliore resa ad alti ISO fino ad allora mai vista. La D3s, due anni più tardi, ha confermato la medesima risoluzione con miglioramenti marginali nel rapporto segnale/rumore e apportando la registrazione video a 720p. 12 megapixel possono essere sufficienti per molte finalità ma non per tutte ed ecco il motivo della parentesi D3X nel 2008, con i suoi 24 megapixel ed una resa ad alti ISO purtroppo inferiore. La D4 innalza per la prima volta la risoluzione con la promessa di mantenere inalterato l'ottimo rapporto segnale/rumore della D3S, anche perché da 12 a 16 megapixel le fotografie non crescono poi tanto.

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Ho messo a confronto la dimensione delle fotografie prodotte da tutte le DSLR FX di casa Nikon, escludendo solo la D600 perché si sovrappone alla D3X per i 24 megapixel ma possiede un quadro immagine leggermente diverso (6016 x 4016 pixel). Una fotografia della D4 può essere stampata fino al formato A3 a 300 ppi, oppure A1 a 150 ppi, mentre la D800 produce immagini più lunghe e più larghe del 50%, proponendosi come migliore soluzione per chi necessita di stampe di grande formato.

Secondo DxOMark il sensore della Nikon D4 supera quello della D3S in tutto ma non nella resa ad alti ISO, anche se i test che ho potuto vedere sembrano propendere, piuttosto, per un pari merito. L'incremento di risoluzione porta comunemente ad un rumore digitale più vistoso nell'analisi delle immagini al 100%, per questo la D4 fa un passo contenuto nella conta dei pixel cercando di trovare la quadratura del cerchio. Della D3S si prendono la velocità e l'attenzione per la resa ad alti ISO, dalla D3X la maggiore gamma dinamica e risoluzione. Visto da questa prospettiva il lavoro di Nikon è senz'altro riuscito.

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Una vittoria di misura, potremmo dire, giocata interamente sull'equilibrio di specifiche e risultati. Questione ben diversa è quella della D800 (recensione) dove Nikon ha raggiunto un primato incredibile per risoluzione e gamma dinamica, pur riuscendo a mantenere elevatissimo il rapporto segnale/rumore. Certo, la velocità di scatto scende drasticamente con 36 megapixel, ma quel sensore è comunque un piccolo miracolo, che ben si evidenzia andando a confrontare il valore di Low-Light (2853 ISO) con quello della D3X (1992 ISO), migliore nella D800 pur avendo 1/3 di pixel in più.

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I file RAW della D4 sviluppati con Camera RAW/Lightroom e profilo standard, presentano colori naturali ma vibranti. In alcuni casi ho preferito attenuarli un po' per una maggiore attinenza con la realtà dello scatto, ma sono risultati sempre molto piacevoli. Il livello di dettaglio è elevatissimo in relazione alla conta dei pixel e le immagini sono ricche di informazioni sia nelle zone scure che in quelle fortemente illuminate.

nikon-d4-foto

La gamma dinamica è molto elevata, anche salendo con gli ISO, e lavorando i RAW si ha un margine di intervento davvero elevato per recuperare sia le ombre che le alte luci. In modo analogo a quanto già visto con la D800, è possibile ottenere un effetto simile all'HDR con un solo scatto e un po' di post-produzione, cosa generalmente fattibile con qualsiasi altra fotocamera ma che solo con le ultime Nikon consente di illuminare le ombre fino a due stop senza essere inondati di rumore digitale. Ciò è possibile senza problemi se l'immagine originale è stata catturata a 100 ISO ma se si è disposti ad effettuare un po' di noise reduction, allora si può rimanere sbalorditi di ciò che la D4 riesce a "vedere" al buio, anche a 3200 ISO:

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La sensibilità ISO nativa della D4 va da 100 a 12800 ma si può estendere su entrambi i lati fino a raggiungere un impressionante 50-204800 ISO. Grazie ai miglioramenti del menu è facile stabilire i paletti giusti per lavorare anche in automatico, ad esempio si può indicare un tempo di posa minimo che varia a seconda della lunghezza focale dell'obiettivo, in modo da non vedere aumentare troppo facilmente la sensibilità quando il tempo di sicurezza potrebbe anche essere più lento, recuperando luce.

Rispetto la D3S i file JPG vengono sviluppati meglio dalla D4, ottenendo immagini più incisive quando la sensibilità sale. La riduzione del rumore è sempre molto aggressiva dai 64oo ISO in su ma, grazie alla risoluzione maggiorata, le foto appaiono meno soffici.

test-iso-d4

Parlando di RAW, fino a 400 ISO le immagini catturate dalla D4 appaiono quasi totalmente esenti da grana, con aree uniformi perfettamente compatte. Si deve salire a 1600 ISO ed ingrandire al 100% per vedere un po' di rumore digitale. A 3200 ISO le aree esposte correttamente sono ancora molto pulite e si riesce a recuperare anche nelle ombre in post-produzione. Già in questo punto D3X e D800 vengono ampiamente superate per qualità dei risultati, perché c'è pochissimo rumore cromatico nella D4 e quello che c'è è sottilissimo. Quando si arriva a 6400 ISO la sfida rimane solo con D3 e D3S, con quest'ultima che produce l'immagine più pulita – anche se di poco – ma la D4 vince per incisività e produce molto meno rumore cromatico nelle zone scure. Questo aspetto può essere davvero importante perché consente di aprire un po' le ombre in post-produzione anche a 6400 ISO!

A 12800 ISO i particolari più fini iniziano a perdere leggibilità per via del rumore digitale che diventa invasivo anche nelle zone ben esposte. Personalmente non sono mai andato oltre i 6400 ISO sul campo, anche grazie ad obiettivi luminosi e stabilizzati, ma dopo aver visto il risultato in studio a 12800 ISO credo che in condizioni estreme si possa ancora utilizzare, ovviamente trattato con riduzione del rumore. La D4 però va decisamente oltre, perché ci sono ancora le sensibilità 25600, 51200, 102400 e 204800 (che non era presente neanche nella D3S). Le ultime sono decisamente troppo alte e rumorose per poter essere usate ma vediamo più da vicino i risultati.

Di seguito alcuni crop al 100% salvati in formato PNG senza compressione partendo da Camera RAW con riduzione del rumore azzerata e nessuna post-produzione. Cliccando sulla sensibilità vengono mostrati i crop relativi e cliccando su questi si potrà scaricare il TIFF a pieno formato con compressione lossless LZW (dimensioni comprese tra 20 e 40MB).

ISO: 100 200 400 800 1600 3200 6400 12800 25600 51200 102400 204800

ISO100

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Memoria - Batteria - Collegamenti

La D4 è dotata di 2 slot per le memorie, esattamente come i modelli che sostituisce, i quali si trovano dietro uno sportellino protetto da sicura. Viene abbandonata la soluzione con due Compact Flash per passare ad una mista: Compact Flash + XQD. Queste nuovissime memorie sono più compatte e portano importanti benefici in termine di velocità. Già la prima implementazione è partita da 128MB/s ma lo standard permetterà di arrivare rapidamente al ragguardevole transfer rate di 640MB/s. Inizialmente si trovava solo il modello di Sony, con il quale si ottiene anche il relativo lettore USB 3.0, ma ora c'è anche Lexar in questo segmento con un prodotto 1100x nello standard Compact Flash, ovvero 168 MB/s. La scelta di adottare una soluzione mista è sempre più in voga nelle fotocamere ma personalmente non ne sono particolarmente entusiasta. Certo in questo modo si offre maggiore flessibilità ed adattabilità, però diventa un po' più delicato gestire il proprio parco di memorie, specie se si intendono utilizzare le funzioni di backup automatico. La D4 prevede, come tutte le recenti Nikon, di selezionare il secondo slot per il salvataggio delle eccedenze, per dividere JPG e RAW tra le due schede, per posizionare in una delle due i filmati e nell'altra i video oppure per salvare tutto insieme andando in eccedenza o in backup continuo.

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Il vano batteria si trova nella zona inferiore, raggiungibile solo sbloccando la leva laterale. Il caricabatterie in dotazione consente di caricarne due contemporaneamente, così da non rimanere mai senza e ridurre i tempi dell'operazione. Secondo lo standard CIPA l'autonomia è stata ridotta rispetto la D3S, scendendo da 4200 scatti a 2600 ma la prova sul campo, nonché recenti dichiarazioni (fonte: Nikon interview: CIPA tests hide the D4's improved battery life) hanno dimostrato che sfruttando le raffiche, cosa che il professionista fa molto spesso, la D4 è in grado di catturare più immagini rispetto la D3S con una sola carica.

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Oltre ai già visti collegamenti frontali per sync flash e scatto remoto, lateralmente troviamo: il connettore periferiche (come WT-5 o GP-1), la porta USB 3.0, ingresso audio per microfono, uscita per cuffie, connettore ethernet e uscita video HDMI. Con il cavo Ethernet la D4 si può utilizzare anche via browser web grazie ad un server HTTP integrato, il quale ci consente di visualizzare l'anteprima Live View in tempo reale e controllare in remoto la cattura di foto e video: semplicemente eccezionale. È sufficiente creare una regola di port forwarding/virtual server sul proprio router per riuscire a controllare il tutto anche da una postazione lontana, tramite internet.

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Video

In molti aspetti la D4 può non rappresentare un corposo upgrade rispetto i modelli che sostituisce ma non per quanto riguarda il video. La più professionale delle DSLR di casa Nikon guadagna tutte le migliori caratteristiche disponibili su piazza per la registrazione di filmati in Full HD, nonché la modalità Live View dedicata per ottimizzare le informazioni a schermo.

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Possiamo registrare sia in FX che DX, andando eventualmente a sfruttare un'area ridotta ed il relativo moltiplicatore 1,5x. La durata delle clip sarà di circa 30 min e vi è la possibilità di impostare il formato su 1080p a 30p/25p/24p, mentre si arriva anche a 50p e 60p registrando a 720p. È possibile stabilire lo slot su cui salvare i filmati, personalizzare tasti e ghiere per agire diversamente nel modo video e selezionare un intervallo di sensibilità diverso rispetto quello per le foto. Minimal ma efficiente il comparto audio, con volumi, entrata microfono ed uscita per il monitoraggio in cuffia. Eccellente l'uscita video HDMI non compressa per chi ha necessità di massimizzare la qualità salvando il filmato integrale tramite registratori esterni.

Come qualità video è diametralmente opposta a quella riscontrata nella D800: qui il rumore è decisamente più contenuto ma la nitidezza scende drasticamente. La D4 però non è certo un videocamera "da passeggio", per cui si intende il suo uso accoppiato a supporti e strumenti professionali. In questo caso la registrazione non compressa consentirà di avere a che fare con file decisamente migliori da affinare in post-produzione.

voto 4,5Conclusioni

La Nikon D4 è senza dubbio uno strumento eccezionale, così come ci si attende da un top di gamma in questa fascia di prezzo. Rappresenta il meglio della tecnologia disponibile nella casa giallonera ed è riuscita nel difficile compito di aumentare – seppur leggermente – la risoluzione di D3S senza peggiorarne la resa ad alti ISO. Si confermano tutte le buone doti delle precedenti DSLR flagship Nikon ma si aggiungono tutte le funzionalità di registrazione video in qualità FullHD, sempre più richieste dal mercato e dai professionisti. Altri miglioramenti importanti li ritroviamo nella sensibilità del motore di messa a fuoco, nella porta ethernet con server HTTP integrato, nell'ergonomia, nei nuovi controlli fisici, nel monitor più grande e con minori riflessi, nella retroilluminazione dei tasti, nel supporto a memorie più veloci con collegamento USB 3.0 e in svariate funzioni software aggiuntive nelle aree del bilanciamento del bianco, compensazione esposizione, sensibilità e, più in generale, nella vastissima possibilità di personalizzazione offerta dal menu. La qualità di questo corpo e dei risultati che offre non si discute, sia nel campo foto che video, ed il voto lo rispecchia. Però Nikon ha fatto così bene in passato che non è facile convincere un fotografo ad abbandonare anche la sua vecchia D3 del 2007, figurarsi una D3X o una D3S. Inoltre c'è la D800 che per determinati usi, come paesaggistica, moda o still life, ha delle importanti frecce al suo arco. Alcune cose della D4 sono fantastiche ma non per questo necessarie a tutti. Se è il primo corpo professionale Nikon che si intende acquistare non c'è molto pensarci, a meno che non si voglia andare nell'usato per risparmiare, ma se si sta cercando una DSLR di questo calibro in grado di catturare anche ottimi filmati FullHD la scelta della D4 diventa obbligatoria in casa Nikon. Guardando solo al comparto foto uno dei miglioramenti più consistenti potrebbe essere quello della migliore sensibilità dell'AF ma per quanto concerne le immagini se si possiede una D3X si hanno già più megapixel e se si possiede una D3/D3S la D4 non sarà un miglioramento nella resa ad alti ISO ma solo nella risoluzione. Il prezzo della nuova flagship Nikon è di circa 5.500€ con garanzia Nital, per l'acquisto vi consigliamo di rivolervi ai professionisti di Riflessi Digital Point tramite questa pagina.

PRO
+ Eccellente ergonomia, robustezza (eccetto il vano memorie) e tropicalizzazione
+ Ottima qualità d'immagine anche con sensibilità molto elevate
+ Motore AF rapido e più preciso al buio, con 51 punti sensibili fino a f/5.6 ed il centrale ad f/8
+ Raffica fino a 11fps con buffer da 200 scatti in RAW+JPG
+ Possibilità di catturare video o foto sia in FX che DX
+ Nuovi joystick per la selezione rapida del punto AF sia in panorama che ritratto
+ Velocissima in ogni operazione
+ Incredibile gamma di sensibilità fino a 204.800 ISO
+ Nuova disposizione dei tasti più comoda, maggiori controlli in verticale
+ Vastissima possibilità di personalizzazione di comandi e funzioni
+ La retroilluminazione dei display LCD è vivida ed uniforme
+ Quasi tutti i pulsanti sono retroilluminati
+ Mirino ampio e luminoso, ricco di informazioni, con copertura al 100% e tendina
+ Ampio display da 3,2" in formato 3:2 per massimizzare la dimensione delle foto e del video
+ Supporto per le nuove e rapide memorie XQD
+ Uscita USB 3.0
+ Uscita ed ingresso audio
+ Uscita video HDMI non compresso
+ Porta Ethernet con server HTTP integrato per il controllo via web browser

CONTRO
- Lo sportellino del vano batterie si muove leggermente da chiuso
- Avere due standard diversi per le memorie può rendere complicata la vita del fotografo

DA CONSIDERARE
| La risoluzione non aumenta molto rispetto la D3S e la resa ad alti ISO è pressoché invariata
| Per alcuni generi fotografici la D800 rimane insuperata

Il migliore grandangolo zoom per APS-C

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Nel sistema corpo macchina-obiettivo quest'ultimo ha l'importantissimo compito di convogliare la luce nel sensore e il privilegio di far parte del corredo fotografico per molti anni, anche decenni. Per questo la scelta di una lente appropriata è un momento cruciale per il fotografo appassionato o professionista che pretende il meglio dalla propria attrezzatura. Però c'è sempre quella situazione iniziale di indecisione, specie per il fotografo inesperto che non sa a cosa dare priorità. Focale, apertura, qualità costruttiva, prezzo... finché non si iniziano a provare un po' di obiettivi e si fa esperienza, è difficile scegliere. Una soluzione pratica sono senza dubbio gli zoom ma anche per questi vi sono molte caratteristiche da considerare.

Oggi voglio parlare degli obiettivi grandangolari per i sistemi APS-C di Canon e Nikon (DX), iniziando da quelli commercializzati da terze parti e che spesso si trovano anche con innesti per corpi di altri produttori, come Pentax o Sony. Nel primo gruppo ho esaminato:

Di seguito i test di DxOMark su APS-C, giusto per avere una base di valutazione. Vedrete quelli per Nikon ma passandoci sopra con il mouse appariranno gli stessi risultati su corpo Canon.

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Una prima analisi porta subito in vantaggio il Tokina 116 (11-16mm f/2.8) ed effettivamente è quello che personalmente consiglio, ma procediamo per ordine. Per comprendere meglio gli indicatori di cui sopra è utile la lettura di questo articolo, la maggiore risoluzione rilevata sulle lenti per Canon è da ricondurre al numero di Mpix del sensore della 7D rispetto alla D7000 (18 Vs. 16). Il Tokina si presenta come il più dettagliato e anche la prova sul campo (l'ho utilizzato per due anni e provato gli altri) conferma il test, per un grandangolare la definizione è un aspetto cruciale perché sono le lenti meno performanti in tal senso. L'ampio angolo di campo coperto mette a dura prova le performance ottiche che sono decisamente superiori con focali fisse rispetto agli zoom. Anche per questa ragione il Tokina 116 si trova in vantaggio, l'escursione focale limitata è un benefico per le prestazioni ma rappresenta un punto debole per la versatilità.

Per chi si avvicina alla fotografia utilizzando un sistema di lenti intercambiabili il grandangolo è forse la lente più particolare perchè, è proprio il caso di dirlo, allarga gli orizzonti fotografici. Una focale di 10-12mm su APS-C è un'ottima base di partenza ma bisogna prestare attenzione al diverso fattore di crop Canon. Mentre Nikon utilizza il formato APS-C standard per il suo DX, Canon ha sensori leggermente più piccoli (maggiori dettagli) e ciò comporta un moltiplicatore leggermente diverso, 1,5x per Nikon (Sony, Pentax, ecc..) e 1,6x per Canon. Di norma uno o due millimetri di lunghezza focale neppure si notano, ma se si tratta di grandangoli le variazioni sull'angolo di campo diventano più evidenti. Il Tokina 116 rende più o meno come un 16,5-24mm su APS-C Nikon mentre su Canon diventa 17,6-25,6mm.

Una cosa molto importante da tenere in considerazione è che la sigla DG riportata sul Sigma 12-24 significa che è un obiettivo adatto anche al Full Frame, mentre DC identifica quelli solo per APS-C (scopri il significato delle sigle degli obiettivi). Questo può essere un enorme vantaggio per chi ha intenzione di passare ad un corpo a pieno formato o ne ha già uno nel proprio corredo. Inoltre la focale 12-24 può non essere entusiasmante su APS-C ma è davvero estrema sul sensore 35mm, equiparando quella del fratello minore Sigma 8-16 DC (che vedremo a breve). Questi due obiettivi sono anche gli unici tra quelli analizzati a non poter montare i classici filtri a vite per via della lente frontale sferica. I filtri possono essere davvero importanti a seconda del campo di attività e quelli a lastra con adattatori hanno costì più elevati. Per maggiori dettagli in questo senso consiglio la lettura dell'articolo capire e scegliere i filtri per la paesaggistica.

Tra i pro dei due Tokina rientra ovviamente il diaframma costante. Grazie all'apertura di 2.8 su tutta l'escursione focale, il 116 è sicuramente il vincitore in questa sezione, buono anche per fotografia astronomica a campo largo (ad esempio per la via lattea). In altre situazioni tipicamente paesaggistiche la chiusura pesante del diaframma, scelta per aumentare la profondità di campo e prolungare i tempi, ne annulla in parte i benefici. Per quanto riguarda la distorsione, la vignettatura e le aberrazioni cromatiche, una lettura della tabella è quai sempre sufficiente, anche considerando la facile rimozione in post produzione. Ora introduciamo altri due obiettivi plurimarche, più uno specifico per Nikon ed uno per Canon (passate sempre con il mouse sulle immagini per alternarle):

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In questo secondo confronto Sigma migliora sensibilmente la sua posizione, grazie a due obiettivi veramente interessanti. L'8-16 porta l'angolo di campo a 120° senza introdurre distorsioni da fisheye e con una qualità generale buona, mentre il 10-20 sembra essere un ottimo compromesso tra qualità, diaframma fisso ed escursione focale. Gli obiettivi Canon e Nikon sono oggettivamente buoni ma il secondo si attesta ad un prezzo street di circa 800€ mentre il primo intorno ai 700€, prezzi che chi li posizionano tra i più costosi nella nostra comparativa. Questa differenza di prezzo non è esattamente giustificata da un reale e considerevole miglioramento delle prestazioni, pertanto i due Sigma ed il Tokina 116 sembrano poter soddisfare le esigenze grandangolari della maggior parte degli appassionati dotati di corpi APS-C. Per quanto riguarda i prezzi, il Tokina è vicino ai 600€, come il Sigma 10-20 mentre l' 8-16 si trova a circa 650€, non riporto valori esatti perché spesso variano anche a seconda dell'attacco prescelto oltre che del mercato/rivenditore.

Tirando le conclusioni il Tokina 12-24 f/4, per ora lasciato in disparte, è un obiettivo interessante che però non spicca per caratteristiche/qualità e non mi sentirei di consigliare ad un neofita, specie su Canon. I 12mm, per quanto sufficienti nella maggior parte dei casi potrebbero essere una limitazione in alcune situazioni e per un fotografo ancora inesperto che vuole sperimentare. La focale equivalente (19.2mm) potrebbe risultare lunga considerando i molti scatti che si possono fare a 14-16mm (equivalenti), ma ovviamente il discorso non si applica per un fotografo che sa dalla propria esperienza di non amare quelle focali (ma deve prima averle provate).

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Se ci si sente disorientati mi sento di consigliare il Sigma 10-20 f/3.5, che potremmo considerare come il vincitore di questo confronto. Ha un buona escursione focale, un diaframma fisso f/3.5 (che in termini di Tstop si discosta dal Tokina 116 f/2.8 di solo 0.4 stop) e una buona qualità ottica. Nonostante in partenza avevo indicato il Tokina 116 f/2.8 ritengo che questo sia consigliabile per chi ha già le idee chiare sul tipo di fotografia che intende fare, cioè che non considera l'escursione focale troppo limitante. Importante segnalare che del Tokina 116 esiste una versione II più costosa, presentata a fine 2012, che oltre ad un leggero miglioramento nel trattamento antiriflesso include il motore di messa a fuoco. Questo è fondamentale per i corpi Nikon DX di fascia medio-bassa, come D3200 e D5200 (e precedenti) che non avendo motore AF integrato costringerebbero ad usare la messa a fuoco manuale.

Ultimo appunto sul Nikkor 12-24 f/4 che non ho messo a confronto perché il suo prezzo è molto elevato (1.000€) ma la qualità ottica, seppure ottima, non è poi così superiore ai migliori di questa selezione.

DxOMark rivaluta la sfida D800 vs 5D Mark III ricordandoci l'importanza degli obiettivi

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Abbiamo avuto modo di parlare di DxOMark diverse volte, spiegando anche come interpretare i risultati delle misurazioni su sensori e obiettivi. Nonostante il metodo sia il più oggettivo possibile, con il tempo alcuni risultati possono essere ridefiniti, in questo caso si tratta più di un aggiornamento che una rettifica vera e propria. Fin dai primi test la Nikon D800 (recensione) è risultata leader riguardo alle performance di risoluzione e dettaglio, anche a discapito della diretta concorrente Canon 5D Mark III.

http://www.saggiamente.com/2012/06/09/recensione-nikon-d800-la-fullframe-che-sfida-le-medio-formato-a-confronto-con-la-d700/

Con l'introduzione dell'indicatore di sharpness P-Mpix (Perceptual Megapixel), DxOMark ha iniziato a testare molte lenti di qualità sui due corpi macchina fino a raggiungere dei risultati che pareggiano i conti tra le due contendenti ed offrono un interessante spunto di riflessione.

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La D800 è nelle prime due posizioni nella classifica corpo-lente con maggior punteggio di sharpness, ma con un margine molto ridotto. Quello che si deduce dalla tabella è che, ad oggi sulla base delle lenti testate da DxO e dato l'indicatore "M-Pix", non esiste un obiettivo che risolve neanche da vicino i 36mpx della D800. Alcune mancanze su questa analisi ci sono, ad esempio su D800 non sono stati testati teleobiettivi simili al Canon 300mm f/2.8 e in linea generale su Mark III sono presenti più obiettivi rendendo l'analisi della media fuorviante. Nel leggere questi risultati dobbiamo anche tenere in considerazione che il "M-Pix" è un indice di percezione del dettaglio, quindi su D800 possiamo anche avere un dettaglio simile alla MarkIII ma su un file da 36mpx con ulteriori informazioni utili.

In conclusione queste nuove informazioni non fanno altro che ricordarci uno degli assunti basilari quando si parla di "qualità" dell'immagine, ovvero che il sensore non è tutto e che, anche tralasciando l'apporto imprescindibile del fotografo, si deve sempre valutare la coppia corpo macchina/lente e commisurare i risultati in base alle proprie esigenze fotografiche.

Recensione: CamRanger, controllo wireless per fotocamere Canon e Nikon

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Sempre più di frequente il modulo Wi-Fi compare tra le specifiche tecniche di mirrorless e reflex, dalla più economica Samsung NX1000 alla più costosa Canon EOS 6D. Le app di collegamento realizzate per le fotocamere wireless di Sony, di Olympus (per la recente E-P5) e della stessa Samsung, consentono di avere una visuale remota ma un set di controlli molto limitato. Panasonic Lumix Link e Canon EOS Remote per iOS, offrono strumenti molto più completi ma rimangono dei limiti importanti, ad esempio la visuale video si interrompe appena attiviamo la registrazione.

Al Photoshow 2013, nello stand di Ra.Ma., ho potuto toccare con mano due belle novità per il mondo delle DSLR, il Multifinder di Varavon ed il CamRanger. Di quest'ultimo se ne è parlato pochi giorni fa, perché ha vinto il prestigioso TIPA Awards 2013 come miglior accessorio per le fotocamere digitali.

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Il piccolo e leggero case del CamRanger, include un router Wi-Fi n con portata fino a 50 metri ed è compatibile con la maggior parte delle fotocamere Canon e Nikon. Sul sito del produttore vi è uno schema dettagliato delle funzionalità supportate da ogni modello, ma funziona con quasi tutte. Per Canon si tratta di 450D / 40D / 7D / 5D II / 1Ds III e tutte le successive, mentre per Nikon si parte da D5000 / D90 / D300 / D700 / D3 fino alle più recenti. Altri modelli saranno presto supportati, assicura l'azienda, la quale sta anche lavorando a dei nuovi client per Android e Windows, perché attualmente l'app CamRanger è disponibile solo per iOS e per Mac, quest'ultima in beta.

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La batteria interna, removibile, ha una durata di circa 4-5 ore in uso continuo e fino a 9 in Time Lapse. Se si usa per qualche ora al giorno dura anche delle settimane. Sul retro ed all'interno del case, interamente realizzato in plastica piuttosto robusta, si trova il seriale della propria unità, il quale è anche la password per collegarsi alla sua rete Wi-Fi. Grazie alla semplice apertura, si può anche pensare di acquistare una batteria supplementare da sostituire nel caso di lunghe sessioni di utilizzo.

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Sui lati si trovano una porta mini USB per il collegamento alla fotocamera, una Ethernet riservata agli aggiornamenti firmware, una micro USB per la ricarica della batteria interna ed un pulsante di accensione/spegnimento. In dotazione ci sono già tutti i cavi di cui si può aver bisogno ed anche una tasca da trasporto con un gancio in metallo, il quale può essere facilmente fissato al treppiedi.

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Per poter iniziare ad usare il CamRanger, basterà scaricare la relativa app gratuita dall'App Store e collegarsi alla sua rete wireless. Per analizzare nel dettaglio il funzionamento del dispositivo ecco una video recensione.

voto 4Conclusioni

Il controllo remoto della fotocamera può risultare utile in molte circostanze, specie se così completo come quello offerto dal CamRanger. Per trovare qualcosa di meglio nei moduli integrati, bisogna fare un lungo salto fino alla Nikon D4 (recensione) dove però ci si affida all'Ethernet e non al Wi-Fi, con ovvie implicazioni in termini positivi (velocità) e negativi (cavo). Grazie al CamRanger riusciamo a lavorare sul set fotografico vedendone anticipatamente i risultati, anche lontano dalla fotocamera, direttamente sullo smartphone o sul tablet. Possiamo ottenere delle macro perfette o fotografare da posizioni impensabili. La possibilità di avere il video in streaming anche durante la registrazione può essere utile quando si utilizza un jib/crane e la camera è distante e in tantissime altre circostanze. Lo strumento non è perfetto ed ho mostrato nel video alcuni sui punti deboli, non ultimo il prezzo di 329€ per la versione ufficiale italiana, che  si acquista sul sito Ra.Ma.

PRO
+ Un solo modello può aggiungere il controllo wireless a molte fotocamere
+ Confezione completa di tutti i cavi possibili e di una pratica sacca con gancio per il trasporto
+ Setup rapido e semplice
+ Possibilità di lavorare in manuale
+ Visualizzazione istogrammi luminosità/colore in remoto
+ Gestione di TimeLapse
+ Buona durata della batteria e possibilità di sostituzione rapida
+ Possibilità di rivedere le foto a pieno formato
+ Previsti aggiornamenti firmware per supportare nuove fotocamere e funzioni

CONTRO
- Prezzo piuttosto elevato
- Impossibilità di rivedere i filmati tramite l'app
- Lag e frequenza di refresh non adatti per il video professionale
- Attualmente limitato a Canon e Nikon

DA CONSIDERARE
| Il controllo remoto è solo su iOS e Mac, ma sono in programma i client per Android e Windows

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