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Recensione: Nikkor 70-200 f/2.8 VRII, il telezoom per eccellenza in casa Nikon

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Potrà non essere la recensione di una novità, come facciamo di solito, ma potrebbe risultare ugualmente interessante nella valutazione di un possibile acquisto, oppure per togliersi qualche dubbio in merito i 70-200 di casa Nikon. L'ultimo arrivato in casa è l'f/4, obiettivo la cui recensione sarà pubblicata su SaggiaMente nella prima quindicina di luglio. Il piccolino è un portento per compattezza e qualità, ma quando il peso e le dimensioni non sono un problema e serve luminosità, ci si deve affidare ai fratelloni f/2.8. Nikon ha una lunga storia di mediotele zoom con questa apertura, iniziata nel lontano 1987 con gli 80-200:

  • 80-200 f/2.8 AF ED: conta 16 elementi in 11 gruppi, è stato fabbricato dal 1987 al 1992 ed è il più leggero della compagnia.
  • 80-200 f/2.8 AF-D ED: è un internal focus ed ha la caratteristica di essere a pompa; sempre 16 elementi in 11 gruppi, fabbricato dal 1922 al 1997.
  • 80-200 f/2.8 AF-D ED new: anch'esso internal focus è soprannominato il bighiera proprio per la dipartita del sistema a pompa; stessa costruzione ottica del precedente.
  • 80-200 f/2.8 AF-S ED IF D: fa parte della categoria dei bighiera ma è un AF-S ed è il più pesante di tutti; la costruzione ottica presenta 18 elementi in 14 gruppi ed è stato fabbricato dal 1998 al 2003.

Più di recente si è passati dagli 80mm di lunghezza focale minima ai 70mm dei mediotele attuali. Ad oggi contiamo due versioni:

  • 70-200 f/2.8 AF-S ED IF VR G: schema ottico con 21 elementi in 15 gruppi, prodotto dal 2003 al 2009.
  • 70-200 f/2.8 AF-S ED IF VRII N G: lli elementi rimangono 21 ma si suddividono in 16 gruppi.

La qualità di queste lenti è sempre rimasta ad ottimi livelli, soprattutto se utilizzati su macchine con sensori ragionevoli in fatto di numero di megapixel. Ovviamente un utilizzo di ottiche datate come gli 80-200 su sensori densi come quelli della D3200, D7100 o D800 potrebbero far notare la loro età, e quindi qualche limite.

fronte_VRII

Il 70-200 f/2.8 AF-S ED IF VR G è stato un fedele compagno di avventure per ben 5 anni e in questo lasso di tempo posso dire di esserne completamente soddisfatto, sotto ogni punto di vista (qualità, AF, VR, caduta di luce, ecc). Purtroppo, per le mie finanze, ma per fortuna di voi saggilettori, ho sentito la necessità di passare alla versione successiva per una questione di risolvenza sul nuovo corpo.

Specifiche
Fattore d'ingrandimento 2.9x
Apertura f/2.8-f/22
Elementi/Gruppi 21/16
N° lamelle 9
Distanza minima AF 1.4m
Dimensioni 87x205.5mm per 1540g
label testo

L'accoppiata con D800 (recensione), i suoi vampirici 36Mpx ed i duplicatori di focale, hanno reso necessario l'acquisto di una lente a maggior risolvenza, che garantisse un dettaglio uniforme su tutto il frame e più fine a partire dal centro. Fermo restando che con sensori più normali il VRI si difende molto bene anche con duplicatori (se contenuti come il TC-14EII), il VRII inizia a prendere il sopravvento sia con l'utilizzo dei TC-17EII e TC-20EIII sia con sensori più densi.

Nitidezza e Contrasto

Recentemente abbiamo parlato di come si leggono le curve MTF, possiamo quindi avere un primo approccio con le curve dell'ottica in oggetto:

MTF 70-200 f/2.8 VRII - 70-200 f/2.8 VRI

È subito evidente che uno zoom di tale estensione ed apertura soffre di una caduta di qualità ai bordi. Non bisogna però lasciarsi impressionare dalla pendenza di queste curva, visto che i valori rimangono di tutto rispetto persino per le curve a risolvenza 30LP/mm. Il VRI oltre a presentare un leggero calo su tutte le line a partire dalle zone centrali, ha un diffuso e marcato calo sulle linee meridionali.

È sempre bene far presente che questi grafici non rappresentano un indicatore di qualità assoluto, i risultati vanno pesanti insieme a tutte le altre caratteristiche.

Il grafico ISO12333 risulta essere un metodo di misura della risolvenza di più immediata interpretazione. I crop al 100% non ci dicono tutto di una lente ma le prestazioni al centro sono evidentemente sensazionali, una nitidezza a TA che è quasi pari a quella dei diaframmi più chiusi. Da f/4 in poi la lente raggiunge praticamente l'apice della qualità (percettibile dal nostro occhio, ovviamente).

Sharpening_center

Al contrario, ai bordi si inizia a notare la differenza dai diaframmi più spinti. A TA la lente rimane comunque estremamente definita sebbene la differenza con f/4 e superiori sia immediata.

Sharpening_corner

La definizione del VRII è talmente strabiliante da poter reggere senza problemi i crop più spinti e le duplicazioni di focale estreme. Unica nota è la leggera aberrazione cromatica sugli angoli, anche se a tali aperture e crop è considerabile come assolutamente normale.

Bokeh

Da ritrattista ritengo il Bokeh, e lo sfocato in generale, uno dei principali indicatori di qualità di una lente. Il VRI non mi ha mai deluso in questo senso, mi ha stupito con ogni scatto, staccando il soggetto dallo sfondo in maniera magistrale.
Ovviamente non si può paragonare alle prestazioni e alla tridimensionalità che hanno ottiche dedicate al ritratto, come il Nikon 105 f/2 DC, ma i telezoom di casa Nikon si comportano bene:

Colorfull Oldness by Gianmarco Meroni (gmeroni)) on 500px.com

Il VRII sembra proseguire la strada tracciata dal predecessore, essendo in grado di regalare tridimensionalità all'immagine staccando il soggetto dallo sfondo e con un bokeh di prima qualità:

VRII Sfocato: f/2.8 - f/8

Come si nota dall'immagine, il diaframma tutto aperto a f/2.8 regala un'ottima tridimensionalità d'immagine, con un ottimo stacco tra il soggetto ed il fondo. La sfocatura è già buona da subito dopo il soggetto, infatti basta notare come la cucitura bianca orizzontale sfumi quasi a scomparire a TA.

VRII Bokeh: f/2.8 - f/4 - f/5.6 - f/8

Come accennavo in precedenta, il bokeh è uno degli aspetti principali che ricerco in una lente. Il VRII ha saputo rispondere prontamente alla mia richiesta essendo molto morbido su tutto il frame da f/2.8 fino a f/5.6. Proprio questo diaframma può essere considerato una borderline oltre la quale il bokeh inizia a diventare nervoso e particolarmente fastidioso. Per foto di ritratto non andrei oltre a f/4 (compreso) per i migliori risultati dello sfocato e del bokeh.

Vignettatura

La vignettatura è diventata un parametro "erroneo" di valutazione per una lente, in quanto gli ottimi profili dei software come(Adobe Camera RAW riescono a correggere totalmente questo aspetto. Per essere precisi si dovrebbe parlare di caduta di luce ai bordi ma tale termine non è di comune utilizzo e potrebbe essere fuorviante per alcuni.

Vignettatura

Le misurazioni sono state eseguite sia a 70mm che a 200mm. Tutti i file sono stati sottoesporti di 2 stop in fase di elaborazione per rendere visivamente più chiara la differenza di luminosità presente tra gli angoli e il centro del frame. La caduta di luminosità è evidente a 200mm solo ai diaframmi più aperti (f/2.8 e f/4), va via via scemando a f/5.6 per scomparire del tutto a f/8. Per quanto riguarda il lato wide, a 70mm la vignettatura è decisamente più contenuta, praticamente assente a quasi tutte le aperture.

Distorsione

Come ogni telezoom la distorsione spazia da quella a cuscino in zona grandangolo a quella a botte nel tele, dai 135mm in poi. Il VRII si comporta molto bene in quanto presenta la metà della distorsione presente sul precedente VRI e sui più vecchiotti 80-200.

VRII Correzione lente: OFF - ON

Come si nota dalla foto, scattata a 70mm, la distorsione è visibile solamente ai bordi e agli angoli. Una distorsione completamente correggibile dal profilo lente di ACR, oppure manualmente in Photoshop con un +1.0.
A 200mm la distorsione cambia "forma" ed intensità, infatti assume un aspetto a barile e necessita una correzione manuale a -2.2 oppure possiamo sempre affidarci ai profili lente ACR.

VRII Correzione lente OFF - ON

Aberrazioni Cromatiche

Possiamo finalmente scordarci questa parola così difficile da capire appieno. Il nuovo VRII non presenta aberrazioni cromatiche di nessun genere. Durante un test a 45°C su scala millimetrica non ha evidenziato nessuna dominante.

aberrazioni

Come si può notare, anche con il "classico" test che feci per il Nikon 28mm f/1.8 (recensione) in cui si può notare come dovrebbero presentarsi le aberrazioni cromatiche, il VRII non presenta nemmeno un accenno di tale problema.

aberrazioni_real

Flare & Ghost

Scattare direttamente in faccia al sole non è mai buona cosa, ma talvolta può capitare di aver bisogno di fotografare il sole che tramonta, magari dietro la cima di una montagna. Il VRII si comporta abbastanza bene a diaframmi aperti, man mano che si sale iniziano a notarsi sempre di più i "difetti" che potrebbero far storcere il naso a molti di voi.

flare

A f/16 il risultato è abbastanza importante anche se l'effetto visibile in foto è il massimo ottenibile. Basta avere un po di accortezza nello scatto e i vari flare & ghost verranno facilmente minimizzati.

Hands-on

Stiamo parlando di ottiche da 1.5kg, ottiche importanti, ottiche che non possono essere portate sempre con se a meno di soffrire della "sindrome del corredo", ossia della paura di aver bisogno di tutto il proprio corredo, come se dovesse servire ogni singola lente in ogni situazione.

pianta_VRII

Personalmente soffro di questa patologia grave e quindi il VRII, come ero solito fare con il VRI, lo porto sempre con me in tutte le mie uscite.

Il peso non infastidisce durante lo scatto, nemmeno senza impugnatura verticale, può invece infastidire durante il trasporto.

Il barilotto è preferibile al precedente vista la perdita di quella svasatura che rendeva il focheggio a mano leggermente scomodo. La ghiera dello zoom è fluida, con una corsa di un terzo di giro per andare da un fondoscala all'altro.

Nikon ha utilizzato un piccolo "escamotage" per permettere di avvicinarsi al soggetto. Non volendo creare uno zoom con 200mm utilizzabili solo ad una distanza minima di 2/2.5m, la casa Nipponica ha deciso di ridurre la lunghezza focale quando il soggetto è a ~1.5 metri di distanza. Può rappresentare un problema, e in effetti era uno di quei fattori che mi ha fatto dubitare di questa ottica per molto tempo. Fortunatamente con un utilizzo sul campo mi sono completamente dimenticato di questo fattore.

Il Vibration Reduction (VR) è superbo, decisamente migliore del precedente, anche se non perfettamente in linea con le dichiarazioni del marketing. Gli stop effettivi di riduzione sono circa 3, permettendo degli scatti nitidi a 200mm con tempi pari a 1/15 di secondo (anche 1/6 in alcuni casi).

Confronto con VRI

Purtroppo non è stato possibile testare le due lenti in simultanea e soprattutto non è stato possibile testare il VRI con il grafico ISO12233. Il confronto di seguito proposto ha un'impostazione più pratica che scientifica.

La nitidezza è decisamente migliorata, come d'altronde poteva essere supposto a partire dai rispettivi grafici MTF. Il miglioramento a TA è palese, il VRI presenta un'assenza di dettaglio non indifferente, l'immagine è globalmente impastata. Il VRII invece si difende molto bene lasciando intravedere i singoli pelucchi del tessuto.

Sharpening_VRII_VRI

A f/8 la musica cambia leggermente ma solo grazie ad un eccesso di contrasto per quanto riguarda il VRII. Il contrasto, o meglio microcontrasto, permette di far apparire l'immagine più dettagliata a fronte di una minor risolvenza. Per un approfondimento sul tema rimando all'articolo dedicato: ALCE e il microcontrasto.

Il VRII migliora ulteriormente la condizione che vi era a TA, lasciando intravedere con ottimo dettaglio anche i particolari più fini.

La differente costruzione ottica del VRII ha permesso di ridurre notevolmente la distorsione. Essa passa da essere particolarmente vistosa (soprattutto a 70mm) con il VRI a praticamente assente, come abbiamo precedentemente visto con la versione VRII. Di seguito è visibile l'impatto del profilo di correzione distorsione del profilo lente ACR sul VRI.

VRI Correzione Lente: OFF - ON

Moltiplicazione

Come accennato ad inizio articolo, uno dei motivi principali che mi hanno spinto al cambio del VRI è la caduta di qualità con moltiplicazione di focale. Visto che in rete vi sono pareri discordanti su quale sia il teleconverter (TC) migliore, vi propongo il mio parere.

tc

Il TC-17EII rappresenta il miglior compromesso tra qualità e lunghezza focale: a scapito di 1,5 f/stop si ottiene una lunghezza di 340mm con una qualità quasi identica allo zoom liscio. Come si nota dall'immagine superiore, l'unica differenza sta nella profondità dei neri, che con il TC diminuisce leggermente, ma basta un tocco ai livelli di Photoshop per ripristinare un nero più carico.

voto 5Conclusioni

La soddisfazione dopo aver scattato con questa lente è davvero tanta. Non vi sono situazioni in cui si possa trovare difficoltà nello scatto ed ogni fattore risponde bene alle esigenze del fotografo. Dallo stabilizzatore che permette di scendere ampiamente sotto i tempo di sicurezza, al rivestimento ai nanocristalli che non risulta eccessivo e non intacca le cromie. Dalla risolvenza eccellente già a TA, alla distorsione minima ed all'aberrazione cromatica praticamente assente. Il prezzo, unito all'ingombro ed al peso, sono gli unici fattori che potrebbero scoraggiare un futuro acquisto. Sebbene la versione italiana con 4 anni di garanzia Nital si attesti sopra le 2000€, la versione import europea si può trovare anche sotto le 1900€. Nel caso in cui il prezzo risultasse comunque un problema e non abbiate necessità di montare l'ottica su un sensore molto denso o di stampare a grandi dimensioni, il mio consiglio è di trovare un buon usato della versione precedente, spendendo 1000/1100€ al massimo.

PRO
+ Nitidezza eccellente al centro e ai bordi
+ Quasi assenza di distorsioni
+ Rivestimento ai nanocristalli delicato
+ Limitato contrasto
+ AF preciso e veloce
+ VR efficacissimo (3 stop effettivi)

CONTRO
Accorciamento della focale

DA CONSIDERARE
| Tanta qualità, ma anche tanto peso, dimensioni, prezzo


Recensione: Nikon Coolpix A, compatta prosumer con obiettivo fisso 28mm f/2.8

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Nel mercato fotografico degli ultimi anni sono due le categorie che hanno prodotto le novità più interessanti: le mirrorles e le compatte evolute. Le case che più hanno spinto su questi settori sono Sony, Fujifilm, Panasonic e Olympus, le quali hanno guadagnato un netto vantagio rispetto a quelle società che portano avanti (e proteggono) un duopolio in ambito DSLR. Se non si fosse capito stiamo parlando di Nikon e Canon: la prima ha deciso di puntare sul sistema Nikon 1, che ha come punti di forza la velocità operativa, l'AF e la compattezza, mentre la seconda ha scelto un più tradizionale sistema APS-C. La casa giallo-nera ha ottenuto risultati tutto sommato soddisfacenti con il sensore da 1" e ha evitato di cannibalizzare il proprio settore reflex entry level. Canon, invece, non ha avuto particolare fortuna con la EOS M, la quale non è riuscita a convincere il mercato ed i fotografi per via di prezzi di listino molto elevati ed un sistema di messa a fuoco deludente. Curiosamente oggi che un nuovo firmware ha apportato notevoli migliorie proprio all'AF, la EOS M si acquista a prezzo di saldo.

Caratteristiche Principali

La Coolpix A segna l'ingresso di Nikon nel settore delle Compatte premium. Il sensore APS-C da 16.2 megapixel (lo stesso della D7000), la lente da 18.5mm (28mm equivalente) con apertura massima f/2.8 e un corpo di qualità sono le caratteristiche che la posizionano ai vertici di questo settore. Ovviamente è possibile scattare in formato RAW (NEF è il formato "grezzo" proprietario Nikon), si possono controllare facilmente tutti i parametri utilizzando ghiere dedicate e anche la messa a fuoco può avvenire in manuale tramite l'anello intorno all'obiettivo. A completare il quadro il flash pop-up integrato e la slitta a caldo (ISO 518).

coolpix-a-fronte

Corpo ed Ergonomia

In una macchina fotografica che compete nel settore delle compatte premium ci aspettiamo dimensioni e peso contenute, la Nikon Coolpix A non delude le aspettative, posizionandosi tra le più piccole del segmento. Il peso di 299 gr, inclusa la batteria, la rende molto maneggevole e le dimensioni permettono di trasportarla anche nelle tasche delle giacche (o in quelle di pantaloni larghi, in caso di necessità). Sempre a favore della portabilità abbiamo un obiettivo collassabile, che, da chiuso, sporge poco più di un centimetro. L'impugnatura è assicurata da un inserto posteriore per il pollice e una sporgenza frontale che permette di appoggiare il medio e l'anulare ma non il mignolo. In caso di necessità, per scatti veloci, si riesce ad utilizzare bene anche con una mano sola, a patto di non dover usare il tasto fn2 ma solo quello frontale fn1, che si raggiunge facilmente con l'anulare. La zona superiore è in lega di magnesio ed alluminio mentre i pannelli anteriore e posteriore sono in plastica, ma di ottima qualità. La Coolpix A è solida e ben costruita, risultando piacevole sia alla vista che al tatto.

coolpix-a-ergonoå©mia

Display

Lo schermo è una vecchia conoscenza in casa Nikon (D7000, D3200, D5100, D5200), ma non per questo insufficiente. Grazie a 3" e 921.000 punti offre un valido supporto sia in fase di scatto che di revisione. Anche sotto la luce forte e diretta rimane visibile, a patto di non essere troppo angolati e di controllare la luminosità: ho impostato manualmente il massimo e anche in pieno sole i risultati sono stati buoni.

Una caratteristica da tenere in considerazione è che non mostra l'esposizione in tempo reale ma bisogna controllare l'esposimetro come sulle DSLR.

L'assenza del mirino ha portato a delle dimensioni compatte ma anche a degli ovvi compromessi sull'usabilità. Probabilmente è questo il motivo che ha spinto Nikon a non mostrare l'anteprima dell'esposizione in tempo reale, lo schermo funge così da mirino e tenta di mostrare quello che abbiamo di fronte nel modo più realistico possibile. Sulla slitta a caldo si può montare il mirino ottico opzionale, ma oltre a costare circa 400€ non offre informazioni all'interno e copre solo il 90% del frame: è da tenere in considerazione solo per esigenze particolari. Una delle caratteristiche interessanti della Coolpix A è la maf manuale, però con il live view non è molto agevole senza utilizzare l'ingrandimento in tempo reale e in questo modo si perde la visione d'insieme dell'inquadratura. Un sistema simile al Focus Peaking avrebbe aiutato notevolmente.

coolpix-a-menu

Controllo, Impostazioni, Menu

La ghiera PASM permette di scegliere il modo di scatto preferito dal fotografo e la possibilità di personalizzare alcuni parametri salvati nei profili U1 U2 è sicuramente interessante. Le modalità scene auto sono fuori target considerando che la Coolpix A si propone ad un pubblico esperto o almeno evoluto, ma evidentemente non si sono voluti far sfuggire nulla.

coolpix-a-top

Il layout sul retro è razionale e chi ha esperienza con una DSLR Nikon si troverà subito a suo agio. Una novità, presa in prestito da Canon, è la rotella che nasconde anche quattro tasti direzione, molto utile in quanto svolge la funzione di ghiera dei diaframmi in modalità manuale. I tasti Fn1 Fn2 sono molto utili anche se purtroppo non vengono tenuti in considerazione nel salvataggio nei profili U1U2. Per questo motivo essendo Fn2 impostato di base con l'accesso rapido ai valori di sensibilità ISO è sconveniente programmarlo in altro modo, perché si perderebbe di vista questo importante parametro. Unica eccezione è nel caso in cui si utilizzi l'auto-iso e quindi è possibile sfruttare questo spazio per un altro comando. Il tasto Fn1 durante i giorni di prova è stato utilizzato per impostare il tipo di scatto (singolo, continuo, ritardato, video), in questo modo risulta possibile attivare rapidamente la modalità video premendo Fn1+rotazione ghiera in senso orario. Ho trovato questo metodo il più veloce per sopperire alla mancanza di un pulsante dedicato alla funzione video. Il tasto menu [i] permette di avere una serie d'impostazioni in accesso veloce, come la qualità, il tipo di AF o il bracketing.

coolpix-a-display

Ritornando sulla questione auto-iso non condivido la scelta di doverlo attivare attraverso il menu recenti personalizzato, nel caso migliore, invece che rapidamente girando la ghiera secondaria come su D800. Altre mancate ottimizzazioni dell'operatività riguardano la compensazione dell'esposizione, che deve essere attivata con due mani premendo il tasto dedicato a lato display insieme alla rotazione della ghiera. Sarebbe stato utile sfruttare direttamente la ghiera secondaria sul retro per correggere l'esposizione con una sola mano, ovviamente in tutte le modalità tranne che in M. Nota positiva per lo switch laterale che permette di impostare velocemente la messa a fuoco in auto, manuale o macro.

coolpix-a-collegamenti

AF - Messa a fuoco

L'AF delle mirrorless e compatte evolute è decisamente un fattore critico, le performance sono troppo spesso deludenti e non offrono una velocità adeguata per cogliere il momento fotografico per cui sono state progettate (ed acquistate). La Coolpix A è buonanon è troppo lenta e con un po' di accortezza risulta efficiente. Lo switch AF funge da vero e proprio limitatore della messa a fuoco (da 50cm a infinito) rendendo l'operazione più rapida, mentre impostato su macro abbiamo l'intero range disponibile (da 10cm a infinito) e la messa a fuoco è più lenta. Usando la posizione "AF" a meno di non avere un soggetta tra 10cm e 50m, è possibile ottenere quasi sempre una buona messa a fuoco, anche in situazione di luce scarsa grazie all'illuminatore AF integrato. Di recente (sulla EOS M) abbiamo visto che è possibile migliorare l'AF tramite un aggiornamento software, in passato l'ha fatto anche Fujifilm, quindi sono plausibili dei miglioramenti futuri ma anche con le impostazioni dell'attuale firmware i risultati sono coerenti con il tipo di macchina. L'AF-F indica la messa a fuoco continua e poteva risultare utile anche per avere l'area selezionata sempre a fuoco, peccato che premendo lo scatto la macchina ri-focheggia rendendone inutile l'utilizzo per le foto. Per quanto riguarda il suo utilizzo nei video rimando alla sezione specifica. Il tracking permette di seguire il soggetto nel suo movimento, svolge bene il suo compito con buona luce e contrasto, comunque l'utilizzo non sarà probabilmente frequente. La funzione per il riconoscimento del volto inizia a focheggiare sui volti a circa 2 metri e in avvicinamento, è risultata sufficientemente precisa. Il pad a 4 direzioni, nascosto dalla rotella, permette di selezionare l'area di messa a fuoco su tutto il frame, ma può risultare lento quando è necessario spostarsi molto, per questo negli scatti in movimento ho spesso utilizzato il punto centrale e poi ricomposto l'immagine. L'area centrale è richiamabile semplicemente premendo il tasto ok al centro della rotella/pad. Una caratteristica molto importante è la maf manuale, una volta attivata tramite lo switch dedicato abbiamo a disposizione una scala sulla destra del display. Il movimento è preciso e morbido, a patto di non stringere troppo l'anello, peccato che la qualità dell'immagine in live view con luce molto scarsa non sia adeguata per focheggiare con sicurezza. La limitazione del display è la maggiore pecca della messa a fuoco manuale, a volte zoomare a schermo permette di avere il giusto dettaglio ma si perde la visione del frame intero. In conclusione le performance di messa a fuoco della Coolpix A non deludono sul fronte AF e offrono un'interessante alternativa manuale, i piccoli difetti e ottimizzazioni possibili non inficiano di molto i buoni risultati.

Metering - Esposizione

L'esposizione automatica è molto buona: utilizzare il matrix la maggior parte delle volte porta al risultato migliore, è comunque possibile selezionare sia spot che media ponderata al centro.

Originale - Sviluppato (Luci -80, Ombre +50)

Guardando la foto osserviamo come l'esposizione matrix ha preservato le informazioni sulle luci, senza bruciarle. Ricordiamo che nel caso le luci risultassero bruciate anche nel RAW, non sarà possibile recuperare le informazioni in quella porzione della foto. Per questo è importante che la fotocamera preservi tali dati e la Coolpix A sembra riuscirci bene. Anche le zone d'ombra se subiscono un recupero in Lightroom (+50 dello slide ombre) mantengono un dettaglio molto buono e un rumore contenuto.

test-luci_ombreOK

La funzione bracketing, richiamabile abbastanza velocemente dal menu "i", è utile se facciamo uso di fusioni manuali e/o HDR. Infatti è possibile utilizzarla anche a mano libera grazie alla raffica (4fps) e alle vibrazioni praticamente assenti. Un metodo utile se facciamo uso di questa tecnica frequentemente è impostare l'autoscatto a 2" con 3 scatti automatici in rapida sequenza (il tutto regolabile nel menu autoscatto).

Qualità d'immagine

dxo_compare_coolpix_a

Dal confronto dei test di DxOMark notiamo come la Coolpix A è migliore in tutti i parametri rispetto alle rivali Ricoh GR e Fuji X100, questo è dovuto all'impiego dell'ottimo sensore APS-C utilizzato anche nella Nikon D7000 (recensione).

Centro - Angolo

I crop al 100% mostrano l'ottima qualità della coppia sensore-obiettivo di cui la Coolpix A è dotata, anche alla massima apertura abbiamo un dettaglio decisamente buono al centro del frame e sufficiente al bordo. La vignettatura è l'unico difetto evidente di questa lente, sopratutto a f/2.8, e ad ISO elevati la correzione in post-produzione può portare ad un evidente rumore al bordo rispetto al centro, oltre che a una perdita di saturazione. Ovviamente non è un difetto primario, ma può essere fastidioso in situazioni con sfondo uniforme, come accentuato dalla nostra tabella qui di seguito.

vignettatura

La distorsione è di tipo a barilotto ma non è troppo vistosa, una volta corretta non si perdono troppe informazioni ai bordi e quindi si può comporre senza troppi problemi dovuti all'eventuale taglio dei soggetti al margine del frame.

Normale - Corretta con profilo lente ACR

La tenuta ad alti ISO rispecchia quella, ottima, della D7000 come osserveremo con degli scatti di prova. La sensibilità a cui l'immagine è decisamente utilizzabile è ISO 3200, mentre a 6400 siamo molto vicini al limite ma in caso di utilizzo per web o piccole stampe stiamo certi di avere un file usabile.

coolpix-a-iso1400

coolpix-a-iso2800

Scattando in RAW e con una buona post-produzione, anche la sensibilità di 6400 può essere sfruttata nelle stampe piccole con ottimi risultati.

coolpix-a-iso6400

Il bokeh indica lo sfuocato dietro (e davanti) al soggetto che lo isola dallo sfondo, questa è una caratteristica molto più evidente su sensori full-frame e con lenti con focali medio-lunghe dall'ampia apertura. Nonostante la Coolpix A sia dotata di una 18.5mm f/2.8 riusciamo ad avere un buon sfocato, a patto di avvicinarci al soggetto (a 50cm iniziamo ad avere un buon risultato). Questo però porta l'AF al suo limite operativo e si deve spostare lo switch in modalità macro per diminuire la minima distanza di messa a fuoco a 10cm. Il passaggio uò risultare scomodo se ci avviciniamo velocemente a un soggetto in un momento fugace, è quindi importante conoscere questo comportamento ed essere pronti a passare in modalità macro manuale. 

bokeh

La Coolpix A non ha il filtro passa-basso, questo ha portato un miglioramento nel dettaglio dei file ma anche introdotto il problema, potenziale, del moiré. Durante tutta la prova non sono riuscito a riprodurre il problema in modalità foto, per questo ho concluso che si verifica in situazioni molto particolari e/o in quantità tali da non risultare percepibile nella maggior parte dei casi. Ovviamente potrebbe capitare moltiplicando il numero degli scatti in tutti gli anni di vita della fotocamera, ma considerando che nei pochi casi in cui capiterà esiste lo strumento apposito di Lightroom (e View NX2) non credo sia una problematica importante. Considero più importante la limitazione della velocità di scatto, che si ferma a 1/2000 di secondo. Questo non permette di utilizzare il diaframma più aperto in condizioni di luce elevata (e neanche molto forte) o in controluce. Eppure la soluzione sarebbe potuta essere relativamente facile, infatti la Coolpix A è sprovvista anche di una impostazione ISO LO1 (ISO 50) che sarebbe stata molto utile per bilanciare il tempo di scatto di 1/2000 (impostando ISO 50 l'esposizione sarebbe stata pari a utilizzare ISO 100 e 1/4000 come tempo di scatto). Un'altra soluzione, applicata da Ricoh sulla GR, è stata quella di dotare l'ottica di un filtro ND integrato ma non è stata la strada scelta da Nikon. La limitazione rimane e a volte è veramente fastidiosa.

Connessioni, Memoria, Batteria

La batteria (EN EL20 come su Nikon 1) è stata valutata capace di 230 scatti (standard di valutazione CIPA), leggermente inferiore alla ricoh GR (290) e fuji x100-x100s (300). Le prestazioni della Coolpix A e dei diretti concorrenti non sono esaltanti e se abituati alle DSLR ci si ritrova a secco prima del previsto. L'impossibilità di spegnere il display è certamente una delle cause maggiori dell'alto consumo energetico. Ovviamente il problema è comune, non indica una mancanza specifica della macchina in questione.

coolpix-a-batteria-sd

Le connessioni disponibili sono l'uscita HDMI, la porta micro-USB (che non ricarica la batteria) ed il connettore per il GPS Nikon GP-1.

Video

Questa fotocamera non è stata creata per il video, è evidente e probabilmente è anche giusto così. In ogni caso, anche se non sarà l'aspetto per cui i sui clienti la utilizzeranno, è necessario specificare che offre delle caratteristiche oneste e una buona qualità complessiva. Le risoluzioni e i framerate disponibili sono i seguenti:

  • 1920 x 1080p (30, 25, 24 fps)
  • 1280 x 720p (30 fps)
  • 640 x 480 (30, 25, 24 fps)

L'autofocus continuo (AF-F) è utile in parte durante le registrazioni, i pregi sono la silenziosità e la fluidità, ma pecca un po' troppo sulla precisione soprattutto con poca luce e/o poco contrasto. Nel periodo di prova ho tentato di mettere in crisi l'AF-F e soprattutto con gli oggetti ravvicinati tentenna vistosamente, questo lo rende utilizzabile solo nei video amatoriali o lavorando in iperfocale. Durante la cattura del video non è possibile modificare l'apertura o qualsiasi altra impostazione, anche la messa a fuoco manuale risulta disabilitata. Utilizzando la modalità manuale è necessario impostare ogni parametro prima della ripresa, invece nel modo A la sensibilità ISO è gestita automaticamente (in non è possibile attivare l'auto-iso). Non è presente l'ingresso per microfoni esterni, ma viste le altre limitazioni la Coolpix A non verrà considerata molto nel campo video e difficilmente se ne sentirà la mancanza. Il moiré, al contrario che nel modulo fotografico, nel video risulta presente in alcune condizioni, come si può vedere in questo fotogramma:

coolpix-a-moire

voto 4Conclusioni

Le mie impressioni sulla Nikon Coolpix A sono state complessivamente molto positive. Si tratta di una bella macchina fotografica, compatta e dalle ottime capacità fotografiche grazie all'elevata qualità dell'ottica e del sensore. L'AF è un fattore critico nelle fotocamere di questo tipo e la Coolpix A si comporta bene, offrendo una velocità sufficiente ed un'ottima precisione, anche se in modalità macro soffre per la lunga escursione dalla minima distanza ad infinito. Nel consigliare o meno questa fotocamera non è possibile evitare il discorso prezzo, a mio avviso non completamente giustificabile con le sue pur ottime caratteristiche. Tuttavia prima di provarla è facile percepirla come più costosa di quello che è in realtà non sia. I suoi circa 1000€ con garanzia Nital sembrano molto meno pesanti dopo averla provata ed utilizzata, spostando il rapporto qualità/prezzo verso una posizione molto più equilibrata di ciò che si possa immaginare. Non siamo di fronte ad un acquisto fortemente consigliato, ma il voto è comunque buono (4 stelle) perché se state cercando una compatta dalle ottime qualità e non vi spaventa né l'ottica fissa né il costo, allora la Coolpix A è quello che fa per voi.

PRO
+ Sensore dalle buone prestazioni, anche ad alti ISO
+ Obiettivo nitido ed usabile anche a TA
+ Messa a fuoco automatico buona per la sua categoria
+ Ghiera per la MAF manuale
+ Esposimetro molto efficiente
+ Ottima qualità costruttiva
+ Compatta ma sufficientemente ergonomica
+ Interfaccia razionale, reattiva e personalizzabile

CONTRO
- Velocità di scatto max 1/2000 ed assenza di filtro ND (difficile scattare a TA con sole forte)
- La vignettatura può essere troppo pesante a TA e ad alti ISO
- L'assenza del mirino si fa sentire in presenza di luce troppo scarsa o troppo forte

DA CONSIDERARE
| Potrebbe diminuire di prezzo nel medio periodo a seconda del mercato
| Comparto video solo di supporto
| L'ottica fissa non è per tutti

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